Il giudice della sezione civile del Tribunale di Taranto, Antonio Attanasio, ha accolto il ricorso d’urgenza presentato nei giorni scorsi dal sindaco di Avetrana Antonio Iazzi. Ha dunque emanato un provvedimento di sospensione cautelare della messa in onda della fiction sull’omicidio di Sarah Scazzi sulla piattaforma Disney+.
Il primo cittadino, attraverso un pool di legali, chiedeva «la rettifica della denominazione» della serie tv e la sua «sospensione immediata». Il giudice ha fissato l’udienza di comparizione delle parti per il 5 novembre.
Il set della serie TV era stato ambientato anche ad Ardea, in località Nuova Florida. Le scene sono state girate lo scorso novembre per una decina di giorni tra via Ravenna, via Potenza e via Livorno.
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La trama ripercorre la vicenda di Sarah Scazzi, l’adolescente uccisa nel piccolo paese di Avetrana in provincia di Taranto il 26 agosto 2010. Il corpo della giovane fu ritrovato oltre un mese dopo.
La vicenda giudiziaria
Il 21 febbraio 2017 la Corte di Cassazione ha definitivamente riconosciuto colpevoli e condannato all’ergastolo per concorso in omicidio volontario aggravato dalla premeditazione Sabrina Misseri e Cosima Serrano (figlia e madre), rispettivamente cugina e zia della vittima. La Corte di Cassazione ha dunque confermato la condanna già inflitta in primo grado e in appello dalla Corte d’Assise di Taranto.
Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima, è stato condannato alla pena di 8 anni di reclusione per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove (il furto del cellulare di Sarah). Carmine Misseri, fratello di Michele, è stato condannato in via definitiva a 4 anni e 11 mesi di reclusione per concorso in occultamento di cadavere.
A interpretare Sarah nella fiction sarà Federica Pala. Michele Misseri avrà il volto di Paolo De Vita e sua figlia Sabrina quello di Giulia Perulli. Cosima invece è interpretata da Vanessa Scalera. La regia è di Pippo Mezzapesa.
I motivi del ricorso
Il sindaco di Avetrana, annunciando il ricorso qualche giorno fa, ha sostenuto che la comunità avetranese «ha da sempre cercato di allontanare da sé i tanti pregiudizi dettati dall’omicidio, dal momento che la tragedia destò sgomento nella collettività, interessata da una imponente risonanza mediatica».
I legali del Comune avevano sollecitato la sospensione della messa in onda della serie tv perché a loro giudizio risultava «indispensabile visionarla in anteprima al fine di appurare se l’associazione del nome della cittadina all’adattamento cinematografico susciti una portata diffamatoria rappresentandola quale comunità ignorante, retrograda, omertosa, eventualmente dedita alla commissione di crimini efferati di tale portata, contrariamente alla realtà”.