Un assessore veliterno starebbe gestendo la delega ai Lavori Pubblici – e, quindi, anche fondi pubblici PNRR – in uno stato presunto – tutto da dimostrare – di incompatibilità istituzionale.
Almeno questo è quanto scrive in sostanza in una interrogazione parlamentare urgente a risposta urgente e scritta Filiberto Zaratti, deputato originario di Frascati in quota AVS-Alleanza Verdi e Sinistra.
La richiesta di Zaratti contempla l’intervento del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e, poi, anche quello eventuale del Prefetto di Roma.
L’interrogazione porta la data del 21 ottobre scorso.
L’ex sindaco in quota Pd, Fausto Servadio, è ora assessore nella Giunta di centrodestra guidata dal sindaco Ascanio Cascella.
Servadio, quindi, sarebbe al contempo anche amministratore di una società edile. Una società che, proprio in questi mesi, starebbe realizzando un asilo pubblico con fondi PNRR.
Un caso, quest’ultimo, per cui Servadio si sarebbe dimesso da consigliere comunale, subito dopo le scorse elezioni di giugno 2023. Poco dopo, Servadio avrebbe accettato l’incarico da assessore nella Giunta Cascella.
Velletri, doppio ruolo incompatibile? Assessore in Giunta e amministratore nella ditta edile
Il caso di Fausto Servadio, assessore ai Lavori Pubblici di Velletri nominato a luglio 2023 dal sindaco Ascanio Cascella, solleva quindi interrogativi di rilevanza pubblica, per Zaratti.
Quesiti tali da scomodare le più alte cariche del Governo Meloni. Anche se il ‘caso Servadio’ – ad onor del vero – scoppia con molto ritardo. Tra la nomina di Servadio di luglio 2023 e il deposito dell’interrogazione del 21 ottobre 2024 sono trascorsi ben 14 mesi. In ogni caso, la rilevanza della questione resta immutata.
Servadio – scrive in sostanza il deputato Zaratti nella sua interrogazione – ha lasciato la carica di consigliere comunale per motivi di incompatibilità legati al suo ruolo di amministratore di una ditta, la Micor s.r.l., aggiudicataria dell’appalto per la costruzione di un asilo nido proprio a Velletri.
Nonostante questa premessa, Servadio ha accettato, poco dopo, l’incarico di assessore, sottoscrivendo nell’atto di nomina della sua carica l’insussistenza di cause di “inconferibilità e incompatibilità”, come previsto dalla normativa vigente.
Il ‘caso’ Servadio finisce in Parlamento
In sostanza, si tratterebbe per Zaratti di un vero e proprio ‘caso’ di incompatibilità, a norma di legge.
Sempre secondo Zaratti, la situazione sarebbe complicata dall’articolo 63 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), che stabilisce chiare restrizioni per chi ricopre cariche pubbliche.
In particolare, chi ha partecipazioni in aziende che gestiscono servizi o appalti per il Comune non potrebbe occupare tali posizioni.
Da quanto emerge da atti pubblici, Servadio detiene il 70% della Finser s.r.l., la quale controlla direttamente la Micor s.r.l. In tal modo, il neo assessore risulta essere l’amministratore unico e il principale decisore delle attività della sua azienda.
Del resto – questo il Zaratti-pensiero – la Corte di Cassazione ha evidenziato come la gestione di partecipazioni in società esterne possa generare un conflitto d’interesse, soprattutto quando tali attività coinvolgono opere pubbliche e progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Le deleghe di Servadio riguardano esattamente quest’ambito, aumentando il rischio di decisioni che possano favorire interessi privati a discapito dell’interesse pubblico.
Inoltre, l’interrogazione di Zaratti sottolinea che Servadio, al momento dell’accettazione della nomina, era pienamente a conoscenza dell’appalto vinto dalla sua azienda.
Questo solleva interrogativi sulla correttezza delle dichiarazioni rilasciate, richiamando le disposizioni previste dal decreto del Presidente della Repubblica n. 44 del 2000, che puniscono le dichiarazioni mendaci e le falsità in atti.
Zaratti chiede quindi al Ministro dell’Interno se intenda intervenire attraverso il Prefetto di Roma per verificare la sussistenza dei presupposti di incompatibilità e adottare eventuali misure correttive.
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