Lanuvio, l’antenna di telefonia mobile innalzata circa un anno fa su villa Sforza dalla Wind Tre su via libera del Comune potrà restare: il Tribunale ha dato torto ai ricorrenti.
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha emesso una sentenza che conferma la legittimità dell’autorizzazione rilasciata dal Comune di Lanuvio al gestore Wind Tre S.p.A. per l’installazione di una antenne di 4 metri per la telefonia sul tetto di villa Sforza Cesarini. Siamo nel cuore della principale area verde della città.
Lanuvio, l’antenna di telefonia mobile di villa Sforza potrà restare al suo posto
La decisione del Tribunale porta la data del 23 ottobre. La sentenza ha smentito le accuse mosse da un gruppo di cittadini, che avevano presentato un ricorso contro il Comune di Lanuvio. I ricorrenti sostenevano che la presenza del traliccio avrebbe danneggiato la loro salute e il valore delle loro proprietà.
Secondo i giudici, in parole povere, i ricorrenti non hanno dimostrato né di vivere nelle immediate vicinanze né tantomeno di essere proprietari di immobili situati nel medesimo raggio di interesse.
Questo elemento è stato cruciale, poiché la giurisprudenza richiede che chi si oppone a un atto amministrativo dimostri di avere un interesse specifico e diretto.
I ricorrenti – così spiegano i giudici della loro sentenza – avevano argomentato che l’installazione del traliccio avrebbe comportato esposizioni nocive ai campi elettromagnetici e un deprezzamento dei loro immobili.
Nel ricorso, hanno citato una serie di presunti vizi procedurali e normativi, tra cui la mancanza di adeguata informazione e partecipazione pubblica, oltre alla violazione delle normative ambientali e di sicurezza.
Tuttavia, il Tribunale stesso ha ritenuto infondate le argomentazioni dei ricorrenti.
Nella sentenza, il giudice ha sottolineato come la decisione di autorizzare l’impianto di Wind Tre fosse stata presa nel rispetto delle procedure di legge e che il Comune di Lanuvio avesse adeguatamente valutato l’impatto ambientale e paesaggistico dell’opera.
Il finto camino di Lanuvio
La stazione radio, alta quattro metri e camuffata da “finto camino”, rispetta i parametri previsti dalla normativa vigente. L’antenna non è stata considerata un rischio per la salute pubblica.
La sentenza si inserisce in un contesto più ampio, in cui la diffusione delle infrastrutture per la telefonia mobile è fondamentale per garantire servizi di comunicazione moderni e efficienti.
Negli ultimi anni, la crescente domanda di connettività ha spinto i gestori a potenziare le reti esistenti. Le installazioni a volte incontrano l’opposizione delle comunità locali, preoccupate per gli effetti sulla salute e sull’ambiente.
Se si vuole continuare a poter usare i telefonini esiste comunque il modo di diminuire la quantità di onde elettromagnetiche assorbite dall’uomo. Andrebbero installate molte antenne poco potenti piuttosto che impianti unici di grande potenza.
Leggi anche: Lanuvio, dopo 10 anni Comune e Regione fanno pace: via al piano edile di 34 appartamenti