Dal Partito Democratico di Ardea (di cui fa parte Giordani) condividono e motivano la decisione del proprio consigliere, che ostinatamente si sta attenendo al regolamento convocando i consigli solo per l’elezione del Presidente del Consiglio. Votazione a cui, per ben cinque volte, sono mancati i numeri da parte della maggioranza di centrodestra. «È necessario liberare Ardea dal fardello dell’Amministrazione Di Fiori – commentano dal PD – se hanno i voti per eleggere il Presidente lo facessero, se non sono in grado di farlo andassero a casa».
Fino ad oggi il fronte dell’opposizione è rimasto granitico: ad ogni convocazione del consiglio, da quando è Mauro Giordani a chiamare l’assise, la minoranza e il consigliere Luca Fanco hanno abbandonato l’aula lasciando il centrodestra nell’impossibilità di eleggersi il Presidente. Ma sembra che nelle ultime ore qualcosa stesse cambiando: pare che nell’ultimo consiglio comunale un membro dell’opposizione, forse “folgorato sulla via di Damasco” e in nome dell’interesse della città, stesse per dare un “aiutino” restando in aula e consentendo alla maggioranza di arrivare alle nove presenze necessarie a eleggere il Presidente del Consiglio. Se le voci fossero esatte, significherebbe che qualcosa è andato storto e le malelingue si sono immediatamente scatenate. Lo stop a cui Giordani ha costretto la politica di Ardea con la decisione odierna potrebbe avere l’effetto di scombinare i piani o, forse, finirà per permettere ad altri di riorganizzarsi.