Sono stati recuperati 23 dei 27 gioielli in oro e pietre preziose, risalenti alla metà del 1800 e trafugati il 30 marzo del 2013 dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, facenti parte della collezione Castellani. Il valore dei reperti supera i tre milioni di euro. Alcuni dei ricettatori erano di Aprilia: uno di loro, un 37enne arrestato nei giorni scorsi, in casa nascondeva una pistola rubata, ben celata in una falsa parete.
Nel corso dei tre anni di indagine è stata individuata la batteria degli esecutori del furto, sono stati identificati i ricettatori, ed è stato notificato un avviso di conclusione indagini a carico di sei persone. L’operazione di recupero è stata portata avanti dai carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Roma con Giancarlo Capaldo e Tiziana Cugini, rispettivamente coordinatore del gruppo reati contro il patrimonio culturale e sostituto procuratore titolare del fascicolo processuale.
La prima fase dell`indagine ha avuto come protagonisti un antiquario romano, ritenuto il principale ricettatore dei gioielli ed una cittadina russa, che aveva commissionato il furto degli ori Castellani.
Nel corso dei primi accertamenti i carabinieri hanno effettuato un controllo nell`area partenze di Fiumicino, dove la figlia dell’antiquario si era recata insieme alla cittadina russa che doveva prendere un volo per San Pietroburgo. Durante il controllo, la donna è stata identificata e trovata in possesso di un catalogo e di foto delle vetrine degli ori e dell`impianto di videosorveglianza delle sale del Museo Nazionale Etrusco.
Il clamore dell`assalto a Villa Giulia e l`azione preventiva dei carabinieri avevano scoraggiato la cittadina dell`est dal definire l`acquisto dei gioielli (la collezione sarebbe andata certamente a finire in Russia). Venuto meno l`acquisto, per sfuggire alle indagini, gli autori materiali del “colpo” si sono rivolti a ricettatori locali per tentare di immettere i gioielli sul mercato clandestino. Un ruolo nella vicenda è stato svolto anche da due pregiudicati, che hanno coinvolto nella vendita degli ori anche un libero professionista, per avere un aiuto nel piazzarli tra i suoi facoltosi clienti.
Inoltre, l’analisi dei tabulati telefonici ha consentito di individuare un gruppo di pluripregiudicati gravitanti nel territorio di Aprilia e nell`agro-pontino, in collegamento fra loro. Dalle attività investigative i militari hanno appreso che i preziosi stavano per essere ceduti a facoltosi acquirenti. Lo scambio si sarebbe dovuto svolgere di notte a Fiumicino in un bar, non precisato, sulla via Portuense, in una zona scarsamente abitata. Quindi l’appostamento dei carabinieri, che hanno individuato due persone che, ancor prima di essere raggiunte per l’identificazione, sono fuggite a bordo di una Fiat Punto: in quel momento, uno dei due, per impedire l`inseguimento, ha lanciato una busta, caduta sulla carreggiata, in cui sono stati trovati 7 oggetti in oro appartenenti al gruppo rubato al Museo di Villa Giulia.
Poi, dopo una fedele ricostruzione del contesto in cui era maturato il furto, è stata impressa un`accelerazione alle indagini attraverso anche perquisizioni a carico degli indagati.
La pressione investigativa, frutto di indagini durate per oltre tre anni attraverso centinaia di intercettazioni e decine di perquisizioni, ha consentito il recupero di 23 dei 27 preziosi (certamente quelli di maggior pregio artistico), l`individuazione della batteria degli esecutori del furto, nonché l`identificazione dei ricettatori, con l`avviso di conclusione indagini a carico di sei persone. Nel corso delle attività, inoltre, sono stati arrestati in flagranza di reato due indagati, rispettivamente per stupefacenti e per detenzione illegale di una pistola cal. 357 magnum.