In primo luogo, senza alcuna cognizione tecnica, si contesta l’enfasi che viene riservata alla pericolosità – del tutto inesistente – che viene additata all’attività, peraltro non ancora intrapresa dalla mia assistita, che in ogni caso ha ottenuto tutte le previste autorizzazioni proprio in quanto ha rispettato tutti gli standart previsti dalla normativa di riferimento in materia di tutela ambientale.
Inoltre, risultano del tutto fuorvianti, oltre che inesistenti, i legami tra la società da me rappresentata e le politiche attuate dal Sindaco di Roma, oltre ad essere capzioso il richiamo effettuato alla necessità per la Città Metropolitana di Roma di “spostare decine di storici autodemolitori attivi nel quartiere sud della Capitale di Centocelle”.
L’impresa della mia assistita è condotta da una famiglia che da oltre 60 anni risiede e lavora a Nettuno (RM) e non ha legami di sorta con altre autodemoilizioni ne di Roma ne altrove, esercitando peraltro l’attività da anni ed avendo acquisito nel settore vasta esperienza nel trattamento di rifiuti che, altrimenti, non troverebbero altra collocazione ed opportunità di smaltimento.
Infine, segnalo che il termine adeguato – l’unico che non può dare adito ad equivoci, contrariamente a quanto da Voi indicato nell’articolo – per la definizione dell’attività della mia patrocinata non è “maxisfasciacarrozze”, bensì “impianto di autodemolizione” del quale sarebbe stato aderente al diritto di cronaca l’elencazione di tutte le opere attuate per la tutela dell’ambiente.
Avv. Diego Tortis