Il progetto di maxi impianto biogas da 120mila tonnellate annue di rifiuti umidi all’interno della discarica di Albano Laziale è stato bloccato dalla Regione Lazio a causa di gravi problematiche di natura giudiziaria e amministrativa legate a varie interdittive antimafia.
Albano, il motivo del diniego
Il progetto era stato presentato dalla società Colle Verde srl.
Questo, in soldoni, è quanto riporta una nota della Regione Lazio del 20 ottobre scorso.
Spiega la Regione tra le carte:
“La Società Colle Verde srl non si trova nella condizione di poter presentare alcuna istanza essendo legata da rapporti di natura contrattualistica con la società Pontina Ambiente srl (società dante causa) colpita da provvedimenti interdittivi antimafia”.
La Regione: ‘contagio’ irreversibile da interdittiva antimafia
“La sussistenza dei provvedimenti interdittivi – spiega ancora nella stessa nota la Regione Lazio – realizzano un rapporto di fattuale “dipendenza” dalla società dominante. Rapporto che configura pienamente l’applicazione delle dinamiche di “contagio” dei provvedimenti di interdittiva antimafia. Facendo venir meno la legittimità dell’istanza presentata dalla società Colle Verde srl”.
Dunque i cittadini che, anni fa, chiedevano all’Ufficio Rifiuti della Regione Lazio l’esclusione della società Colle Verde dalla gestione della discarica di Albano, avevano ragione.
Solo ora, dopo anni di distanza, tale esclusione viene riportata nero su bianco in un documento ufficiale.
La querela a Il Caffè
In passato, questa società ha querelato per presunta diffamazione la società editrice e il direttore responsabile della nostra testata giornalistica, il Caffè, sostenendo di non aver alcun legame con i proprietari del sito a cui erano legati da un rapporto di subaffitto. Il Caffè non ha subito alcuna condanna, come nelle altre centinaia di querele subite in più di 20 anni. Ciò dimostra che noi scriviamo la verità e le querele sono solo pretestuose con lo scopo di tentare di farci tacere.
Tornando al progetto ora cassato dalla Regione Lazio, prevedeva la realizzazione di un grande impianto di compostaggio e digestione anaerobica per il trattamento dei rifiuti.
Sarebbe dovuto sorgere al posto del vecchio capannone verde, andato in fiamme nel lontano 2016, nel corso di un incendio avvolto da circostanze ancora mai chiarite, purtroppo, dalla Procura di Velletri.
La discarica di Albano chiusa, ma riaperta da Raggi e Zingaretti
La discarica è stata chiusa per vari anni. Poi riaperta su istanza della ex sindaco di Roma, Virginia Raggi, per ‘salvare Roma’. Con un accordo, di fatto, con l’ex Governatore Nicola Zingaretti, che ha concesso il definitivo semaforo verde.
Colle Verde srl ha acquisito, nel 2019, un ramo d’azienda della Pontina Ambiente srl, una società legata al patron dei rifiuti di Roma e provincia Manlio Cerroni.
La società Pontina Ambiente è nota per essere stata destinataria di provvedimenti di interdittiva antimafia nel 2006 e nel 2014. Poi, ancora, nel 2019 e, infine, nel 2021.
Nonostante vari ricorsi, le interdittive della Pontina Ambiente sono state confermate dai tribunali.
Colle Verde, avendo acquisito in affitto il ramo aziendale della Pontina Ambiente, risulta tuttora strettamente connessa con la società originale, il che ha portato la Direzione regionale del Lazio a non poter procedere con la nuova autorizzazione richiesta.
La società Colle Verde, per legge, può ancora presentare ricorso al Tar sulla decisione della Regione Lazio.
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