La disputa tra due note e rinomate emittenti radiofoniche nazionali contro il Comune di Rocca di Papa e il Parco dei Castelli Romani sta vivendo un nuovo capitolo giudiziario, dopo 21 anni.
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio (Tar) ha riattivato, con due diverse ordinanze del 30 ottobre scorso, due ricorsi giudiziari presentanti nel 2003 dalle stesse emittenti radio. I due ricorsi di cui parliamo erano già stati dichiarati ‘perenti’, vale a dire decaduti una prima volta, sempre dal Tar del Lazio, nel 2014.
2 radio ancora contro Comune di Rocca di Papa e Parco dei Castelli Romani
Evidentemente, nonostante siano trascorsi 21 anni, per scongiurare l’abbattimento di questi tralicci, che rischia di aver luogo prossimamente, le stesse emittenti hanno quindi chiesto sempre al Tar del Lazio di ‘riattivare’ i due procedimenti giudiziari. Una facoltà, quest’ultima, permessa dalla legge italiana in campo amministrativo.
Il caso, originato da due ricorsi presentati nel 2003, anno in cui le autorità comunali hanno ordinato la rimozione delle antenne e dei tralicci considerati abusivi, a loro riconducibili.
Due, allora, le ordinanze comunali che miravano a ripristinare il paesaggio naturale della zona, considerata di pregio storico e ambientale, ordinando lo smantellamento di tutte le infrastrutture radio non autorizzate.
Tuttavia, il Tar ha ora accolto la riattivazione dei due vecchi ricorsi delle emittenti radio, che hanno sempre sostenuto, di nuovo, la legittimità delle installazioni.
Il Tribunale ha motivato la decisione con la dichiarazione d’interesse pubblico e ha riconosciuto che gli impianti in questione risultano regolarmente autorizzati.
Tra cavilli e sofismi i tralicci da abbattere nel 2003 sono ancora in piedi
La vicenda giudiziaria ha subito un rallentamento a causa del decreto di perenzione del 2014, che rischiava di far decadere il ricorso a causa del mancato proseguimento della causa.
Tuttavia, le società hanno ribadito l’interesse a proseguire con il procedimento legale, riaprendo la questione nel 2015. Il Tar, nella seduta del 29 ottobre 2024, ha quindi revocato il decreto di perenzione e deciso di riscrivere il ricorso nel ruolo di merito, rinviandolo alla sezione competente per un esame approfondito.
Il ruolo del Parco dei Castelli Romani nei tralicci della discordia
A fianco del Comune di Rocca di Papa, anche l’Ente Parco Regionale dei Castelli Romani ha partecipato al procedimento in qualità di controparte.
Il Parco, che ha tra i propri compiti la tutela del patrimonio naturale e paesaggistico del territorio, ha manifestato più volte preoccupazione per l’impatto visivo e ambientale delle installazioni radio presenti su Monte Cavo. L’area viene considerata un punto sensibile per la conservazione della biodiversità locale.
Tuttavia, le valutazioni del Tar non hanno tenuto conto delle sole ragioni ambientali, ma hanno dato peso anche agli interessi di comunicazione e servizio pubblico rappresentati dalle emittenti.
Monte Cavo, equilibrio difficile tra natura e utilità
La questione dei tralicci di Monte Cavo pone il delicato problema dell’equilibrio tra sviluppo tecnologico e conservazione ambientale.
Da un lato le emittenti radiofoniche rappresentano una risorsa per la comunicazione e l’informazione locale, dall’altro la tutela del paesaggio naturale dei Castelli Romani rappresenta una priorità per i comuni e le autorità di gestione del parco.
Leggi anche: Rocca di Papa, dopo 13 anni sarà abbattuto il ‘rustico’ abusivo nel Parco dei Castelli