L’appuntamento è fissato per le ore 10,00 in punto in piazza della Libertà, davanti al Comune ed al palazzo Papale.
Castel Gandolfo, via alla ‘catena di secchi’ dal borgo al lago per circa 2 km di lunghezza
L’iniziativa, che si terrà a partire dalle ore 10.00 in Piazza della Libertà, prevede che i partecipanti si dispongano lungo il percorso che dal centro di Castel Gandolfo conduce al lago. Ogni persona porterà un secchio, creando una lunga catena umana per trasportare simbolicamente l’acqua da una fontana fino alle sponde del lago. L’obiettivo è evidenziare il rischio che incombe sul lago Albano e sensibilizzare la comunità sull’importanza di un uso responsabile delle risorse idriche.
Una evento simbolisco per dire ad Acea: “Stop prelievi diretti”
L’evento si ispira al successo della recente “secchiata” al Lago di Nemi, dove centinaia di partecipanti hanno formato una catena di quasi due chilometri per richiamare l’attenzione sulla stessa problematica. Dopo aver catturato l’attenzione pubblica e dei media a Nemi, ora l’iniziativa si sposta su Castel Gandolfo, dove la situazione del lago preoccupa sempre più residenti e attivisti.
I promotori dell’iniziativa rivolgono un appello ad Acea e alle amministrazioni locali, chiedendo un blocco dei prelievi idrici dalle falde per salvaguardare i laghi e prevenire ulteriori abbassamenti del livello dell’acqua. A loro avviso, l’intervento di Acea, sebbene tecnicamente autorizzato, sta contribuendo a un deterioramento delle riserve idriche locali. La richiesta principale è dunque chiara: fermare i prelievi diretti dalle falde e salvaguardare un ecosistema sempre più fragile. Acea attinge acqua dai bacini e la distribuisce ad Albano, a Castel Gandolfo e Ariccia.
Ai Comuni: “Stop cementificazione e lottizzazioni, stop consumo di suolo”
L’attenzione non è rivolta solo ai prelievi idrici. I manifestanti chiedono un’azione decisa anche contro i progetti di cementificazione e la proliferazione di pozzi abusivi, fenomeni che danneggiano ulteriormente la stabilità del territorio. Le associazioni e i cittadini coinvolti propongono che le amministrazioni locali, invece di finanziare nuovi progetti infrastrutturali, investano piuttosto in programmi per la tutela ambientale, coinvolgendo esperti e tecnici per monitorare le risorse idriche e individuare soluzioni sostenibili.
L’impatto dell’inceneritore Acea incombe su Castel Gandolfo, Albano e i Castelli Romani: un ulteriore rischio per l’equilibrio idrico
Durante la manifestazione, gli attivisti ribadiranno anche la propria opposizione alla costruzione di un inceneritore nei Castelli Romani. L’impianto, previsto per servire le esigenze di smaltimento dei rifiuti nella zona, richiederebbe ulteriori prelievi d’acqua per i sistemi di raffreddamento, accentuando il già critico abbassamento della falda. Oltre alla questione idrica, il progetto solleva preoccupazioni legate all’inquinamento atmosferico e ai rischi per la salute pubblica.
Acea si fermi: un gesto simbolico per proteggere il futuro dei laghi
La catena di secchi è un atto simbolico ma significativo, che punta a creare un forte impatto visivo e a sensibilizzare l’opinione pubblica. I cittadini e le associazioni ambientaliste sperano che questo gesto possa spingere le autorità a riconoscere l’urgenza della situazione e ad adottare misure concrete per la tutela dei laghi.
La manifestazione rappresenta un momento di lotta collettiva per la salvaguardia del patrimonio naturale dei Castelli Romani, unendosi in un’azione che non solo denuncia ma promuove anche una visione di tutela e rispetto per l’ambiente, chiedendo alle istituzioni di prendere posizione e attuare un cambiamento decisivo.
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