Il comune di Aprilia decise di riqualificare con fondi pubblici, ben quattro miliardi delle vecchie lire, Il casale di Capanna Murata a Campoverde sulla Pontina in occasione del Giubileo del 2000.
Una volta ristrutturato, il fabbricato sarebbe stato destinato ad ospitare un Ostello della gioventù e ad ospitare giovani e pellegrini in arrivo a Roma nel 2000, ma i lavori terminarono 3 anni dopo la fine del Giubileo stesso.
«Malgrado la cifra spesa, l’ostello non ha mai aperto, né in quella occasione, né successivamente e né lo farà per il successivo Giubileo del 2025, che inizierà fra meno di due mesi», fa notare l’attivista del Movimento 5 stelle Andrea Ragusa.
I tentativi di vendita andati a vuoto
Con il sindaco Santangelo si era giunti ad un passo dall’assegnazione all’Associazione Italiana Alberghi della Gioventù ma la successiva amministrazione comunale D’Alessio, nel 2010, revocò l’affidamento diretto alla onlus per affidare la struttura in gestione tramite un bando ad evidenza pubblica. Da allora, e fino al 2019, sono stati indetti 4 bandi, tutti andati deserti.
Dato l’esito fallimentare dei bandi, nel 2022 si decise di vendere la struttura stabilendo il prezzo di vendita a 1.200.000 euro, ma essendo andata deserta l’asta si fece un secondo tentativo per venderla a un milione di euro circa, deserto anche questo.
La vendita della struttura, mai avvenuta, sarebbe servita, secondo l’amministrazione civica che la pensò, a rivitalizzare una risorsa dalle potenzialità turistiche, ad acquisire il Teatro Europa a patrimonio pubblico e al finanziamento di servizi all’interno della zona di Campoverde.
«Da allora più nulla, ci ritroviamo, a ridosso del Giubileo del 2025, con una proprietà valutata meno della metà dei 2 milioni di euro spesi per ristrutturarla», aggiunge Ragusa.
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Soldi spesi per mantenerlo chiuso
Alle spese di ristrutturazione sostenute con soldi pubblici vanno sommate anche quelle sostenute per ripristinare 2 volte il sistema antintrusione e quelle per il servizio di vigilanza da parte della Cosmopol Latina.
«Da un sopralluogo effettuato nei giorni scorsi – conclude l’attivista – ho riscontrato un buco nella rete di recinzione e una finestra aperta, non è che per caso qualcuno si è introdotto all’interno della struttura per vandalizzarla o è diventata dimora di senzatetto? In questo caso andrebbero messe a carico dei cittadini anche le spese per risistemare eventuali danni fatti l’edificio».