Una vicenda annosa, che affonda le radici a un secolo fa, quando le terre appartenevano alla nobile famiglia romana degli Sforza Cesarini, terre poi passate allo Stato e, dal marzo 2017, cedute dal demanio al comune di Ardea.
Su quei centinaia di ettari sono sorte abitazioni e attività commerciali attualmente sospese in un limbo: terre e manufatti non sono di chi li ha costruiti, ma tecnicamente del comune, che ora dovrebbe regolarizzare le posizioni di ciascun cittadino.
Il ricorso della società La Fossa
Motivo del contendere è la delibera di Consiglio comunale numero 114 del 30 novembre 2016, attraverso cui l’assise civica autorizzava il sindaco pro tempore (Luca Di Fiori, ndr) alla formalizzazione della domanda di attribuzione a titolo non oneroso dei beni di proprietà dello Stato in località “Le Salzare”: la società in questione chiede al Tar l’annullamento di quell’atto ma anche di tutti gli altri documenti connessi e coordinati.
La società infatti rivendica la proprietà di gran parte di quei terreni, avendoli acquistati decenni fa dall’erede della famiglia Sforza Cesarini, prima della loro acquisizione da parte del demanio.
Su tale intricata questione è in atto un braccio di ferro al Tar tra società e Comune. Per la sentenza bisognerà aspettare il 2025, quando i giudici entreranno nel merito della questione.
“All’udienza del 19 luglio 2024, la società ha rappresentato l’esigenza di proporre ricorso per motivi aggiunti in ragione della presa visione della documentazione prodotta in giudizio dal Comune resistente”, si legge nelle motivazioni con cui il tar ha rinviato la discussione al 21 febbraio.
Quindi si continuano a produrre atti, mentre l’area è completamente fuori controllo, tra abbandoni di rifiuti, illegalità e occupazioni.
Non arrivano risposte dal parlamento
La situazione delle Salzare di Ardea è fuori controllo. Quella che è definita la “terra dei fuochi” el litorale, tra abbandoni di rifiuti, occupazioni e incendi tossici, torna all’attenzione del ministero dell’Interno sottoscritta dai deputati Ilaria Fontana e Alfonso Colucci, sollecitata dal gruppo territoriale del Movimento 5 stelle.
I rappresentanti locali del M5s sono infatti convinti che «Il Comune, rappresentato dal sindaco Cremonini, non sia in grado di risolvere per via amministrativa il serio problema dei fumi tossici e della salute pubblica, nonché il grave disagio sociale presente nell’area».
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