La struttura pubblica è situata all’ingresso secondario della villa dei Papi, a due passi da piazza Pia.
La controversia aveva coinvolto le società C. E. a cui era stato assegnato l’appalto e la F. C., seconda in graduatoria,
Quest’ultima aveva impugnato l’aggiudicazione, ritenendo fosse necessario il certificato antimafia della Prefettura di Roma (white list) che evidentemente la società vincitrice non aveva presentato.
Ex ostello di Albano: appalto regolare anche senza Certificato Antimafia
La questione centrale riguardava l’obbligo di iscrizione alla white list per alcune lavorazioni specifiche, quali il trasporto e lo smaltimento di rifiuti derivanti da demolizioni.
Secondo il TAR, tali attività rientravano tra quelle a rischio di infiltrazione mafiosa e richiedevano l’iscrizione al registro prefettizio.
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Tuttavia, il Comune di Albano aveva contestato questa interpretazione, sostenendo che le attività in questione fossero marginali e non rilevanti ai fini dell’aggiudicazione, in quanto già dichiarate come subappaltabili.
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Il Consiglio di Stato dà ragione al Comune di Albano
Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello del Comune, stabilendo che l’iscrizione alla white list non era necessaria.
La Corte ha evidenziato, in parole povere, che le attività contestate (smaltimento e trasporto rifiuti) rappresentavano una parte accessoria e marginale dell’appalto, con un’incidenza economica bassa rispetto al valore complessivo dei lavori.
L’oggetto principale dell’appalto riguardava opere di ristrutturazione e impiantistica tecnologica, per le quali non è più previsto l’obbligo di iscrizione alla white list.
Inoltre, le lavorazioni marginali erano state correttamente indicate dall’aggiudicataria come subappaltabili, trasferendo così l’obbligo del certificato antimafia ai futuri subappaltatori.
Questa decisione è stata ritenuta più coerente con il principio di ‘ragionevolezza’, così scrivono i giudici del Consiglio di Stato, evitando di imporre alle imprese requisiti sproporzionati rispetto all’effettiva portata delle attività a rischio.
Per i giudici importante non perdere i soldi PNRR
L’intervento, finanziato con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha un valore complessivo di circa un milione di euro e mira a riqualificare un edificio strategico per il territorio. I lavori, già avviati a dicembre 2023, sono stati considerati di interesse pubblico prioritario.
Il Consiglio di Stato ha sottolineato l’importanza di garantire la continuità dei lavori per rispettare i tempi stringenti legati ai fondi PNRR.
La decisione del Consiglio di Stato chiude definitivamente la controversia, confermando l’aggiudicazione alla società C. E. e respingendo le richieste di subentro della F. C.
Il Comune di Albano Laziale esce vincitore dalla vicenda, confermando la validità delle proprie procedure amministrative e garantendo la prosecuzione del progetto.
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