A novembre, per due volte in pochi giorni, la linea ferroviaria Roma Nettuno, nel tratto tra Campoleone e Aprilia, è stato interrotto per il rinvenimento di proiettili della seconda guerra mondiale, durante i lavori di bonifica della ferrovia propedeutici alla costruzione del secondo binario. I treni hanno subito ritardi e cancellazioni.
I ritrovamenti dell’ultimo mese
Sempre a novembre è spuntato un altro proiettile da 105 millimetri nella zona di via dei Pontoni a circa 50 centimetri dalla superficie, durante gli scavi per la fibra. Era in perfette condizioni.
A ottobre in via dei Ciliegi in zona La Gogna sono riemerse due bombe a mano.
Questa estate, nel cantiere di Campo di Carne su via Nettunense per l’istallazione di pannelli fotovoltaici sono stati rinvenuti 50 ordigni nel fosso.
Lo scorso mese in via Tufello altri 20 ordigni erano a quattro metri di profondità.
La battaglia per lo scalo di Campoleone
Si continuerà a lungo a rinvenire residuati bellici, che ormai non fanno più notizia.
Di certo fino a quando non finirà il lavoro di bonifica lungo la linea ferroviaria, continueranno i ritrovamenti e quindi le interruzioni della linea ferroviaria.
Per capirne le ragioni dobbiamo tornare indietro al gennaio 1944: dopo lo sbarco alleato di Anzio e Nettuno, il primo raggruppamento di inglesi pronto ad attaccare la stazione di Campoleone nei pressi del cavalcavia ferroviario di via Vallelata.
Quella zona è stata sotto il fuoco, tedesco e americano, per oltre quattro mesi.
Era il celebre “chilometro 17”, teatro di scontri e vittime.
La ferrovia, una volta sabotata dai tedeschi con la rottura delle traversine, venne usata anche come strada dai militari. Un obiettivo ghiotto per i nemici.
Ordigni ad Aprilia, ecco perché molti non esplosero
Quelle che vengono rinvenute sul territorio di Aprilia sono nella maggior parte dei casi pezzi di artiglieria, proiettili da 88 millimetri usati per la contraerea, quasi sempre con la spoletta difettosa.
Per questo non sono esplosi.
Colpa, o merito, delle industrie belliche polacche che, dovendo rifornire il Reich invasore, sabotavano le armi che producevano. Capitava pure che le bombe, impattando sul terreno fangoso, non esplodevano.
Ma sono ordigni ancora in grado di detonare con grandissimo pericolo. Basti pensare che i proiettili da 105 millimetri pesano 20 chili, dieci dei quali di tritolo.
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Questa estate, nell’incendio di via Torre del Padiglione, si sono avvertite nettamente alcune esplosioni: erano bombe che da 80 anni giacevano inermi, ma ancora pronte a far danni. I lavori sulla linea ferroviaria proseguiranno ancora a lungo e la domanda non è se torneranno alla luce nuovi ordigni, ma quando e di che tipo.