La Regione Veneto ha tentato di ribaltare le sorti di un importante progetto nazionale di ricerca nucleare assegnato ad un laboratorio situato nell’area sud di Roma. Ma la richiesta è stata respinta dai giudici del Tar del Lazio il 25 novembre.
La contesa giudiziaria, insomma, si è risolta a favore di Frascati e del suo importante centro di studio e dei suoi storici laboratori di ricerca. Al centro della contesa, appunto, un finanziamento da 25 milioni di euro destinato all’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA). L’obiettivo è quello di realizzare un innovativo esperimento sulla fusione nucleare per tentare di produrre tanta energia elettrica con esperimenti nucleari ‘a freddo’.
Il Veneto in Tribunale contro la scelta dei Castelli Romani
L’Enea nel 2018 aveva indetto un bando per individuare la sede nazionale ideale per questo ambizioso progetto, ricevendo proposte da diverse regioni italiane.
A spuntarla era stata la Regione Lazio, con il suo centro di ricerca di Frascati. Ottenendo un punteggio altissimo, superiore a quello ottenuto da Puglia e Veneto, classificatesi rispettivamente seconda e terza.
Il Veneto, però, non si era arreso, impugnando la decisione davanti al TAR del Lazio, sostenendo che la valutazione fosse stata viziata da errori e che, a suo avviso, il progetto avrebbe dovuto essere assegnato proprio alla regione veneta.
Nel ricorso, la Regione Veneto aveva contestato diverse valutazioni effettuate dalla commissione giudicatrice, sostenendo che alcuni criteri erano stati applicati in modo errato e che la documentazione presentata dalla Regione Lazio presentava delle incongruenze.
In particolare, il Veneto aveva contestato l’attribuzione dei punteggi relativi alla disponibilità delle infrastrutture, alla vicinanza di reti elettriche e alla presenza di aree industriali.
Il Progetto di ricerca nucleare resta ai castelli Romani
Il TAR del Lazio, dopo un’attenta analisi delle questioni sollevate, ha respinto il ricorso del Veneto.
I giudici amministrativi hanno ritenuto che la commissione giudicatrice avesse agito in modo corretto e trasparente, applicando correttamente i criteri previsti dal bando.
Inoltre, le contestazioni sollevate dal Veneto sono state giudicate infondate o generiche, prive di prove concrete.
Il progetto Enea strategico per l’Italia, non solo per i castelli Romani e Frascati
Il progetto di fusione nucleare rappresenta una sfida scientifica e tecnologica di grande rilevanza per l’Italia e per tutto il mondo.
Già dagli anni ’80 i laboratori di Frascati erano considerati i più avanzati nel mondo su questo tipo di ricerca, con la costruzione di apparecchiature sperimentali chamate “Tokamak“.
La fusione nucleare è considerata una delle fonti di energia del futuro, in grado di produrre energia pulita e praticamente illimitata dall’acqua (alcuni isotopi, in particolare).
L’esperimento che sarà realizzato a Frascati consentirà agli scienziati italiani di acquisire competenze di punta in questo settore, contribuendo a rafforzare la posizione del nostro Paese nella ricerca internazionale.
L’importanza della ricerca in Italia
La sentenza del TAR conferma la legittimità della scelta dell’ENEA e della Regione Lazio. Questo significa che il progetto di fusione nucleare potrà proseguire come previsto, con importanti ricadute positive per la ricerca italiana e per lo sviluppo di nuove tecnologie energetiche.
Che si faccia in Veneto o ai Castelli Romani, l’importante è che la ricerca riesca a fare passi in avanti nel settore della fusione nucleare. Gli scienziati di tutto il mondo la considerano la fonte pulita ed illimitata di energia che seppellirà (di nuovo) i combustibili fossili.
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