La posizione di apertura al progetto presentato dalla società Frales è arrivata ieri durante la seconda seduta della Conferenza dei servizi, il tavolo in cui tutti gli enti coinvolti devono esprimere il parere.
L’Area Rifiuti della Regione Lazio ha messo nero su bianco, in una lettera inviata a Comune di Aprilia e Ministero dei Beni culturali il proprio punto di vista. E solleva dubbi sul fatto che il vincolo della “Campagna romana” è successivo alla presentazione del progetto di discarica.
In realtà una contestazione questa della Regione Lazio che non ha alcun appiglio né legale né morale. I vincoli, infatti, hanno predominio su tutto. Se viene apposto un vincolo di quel tipo su un territorio, dovrebbe fermarsi persino una discarica già operativa, figurarsi una che deve ancora entrare in funzione.
Aprilia coperta dal vincolo (anche la discarica)
Il 4 agosto del 2024 la Sovrintendenza delle province di Latina e Frosinone ha deciso di estendere al territorio di Aprilia il vincolo paesaggistico della “Campagna Romana” che interessa i territori dei comuni confinanti di Ardea e Pomezia.
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Entro i primi del prossimo dicembre chiunque può presentare osservazioni, prima che il vincolo venga adottato definitivamente dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo.
Se il territorio di Aprilia rientrasse nel vincolo, non ci sarebbe nemmeno da discutere, la discarica non potrebbe mai farsi. Ma la Regione Lazio vuole che si faccia un’eccezione.
La Regione Lazio vuole la discarica ad Aprilia
Si legge nel documento della Regione Lazio:
“Sulla base della documentazione pubblicata, la perimetrazione dell’area oggetto della proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico ricomprende la zona di Sant’Apollonia dove ricade il sito interessato dal progetto di discarica atto a garantire l’autosufficienza dell’Ato di Latina”.
“Il progetto, che prevede la realizzazione di una discarica, è stato individuato, nell’ambito dell’aggiornamento del vigente piano regionale dei rifiuti 2019-2025. La mancata realizzazione dell’impianto, attualmente in procedura Paur (Parere unico regionale, ndr), potrebbe generare la insufficienza impiantistica nella regione”.
In pratica la Regione Lazio minaccia la provincia di Latina che deve assolutamente fare una discarica nel suo territorio, altrimenti rischierebbe una procedura di infrazione dalla Commissione Europea.
Quello di Sant’Apollonia sembra il progetto più in fase avanzata, per cui quello da realizzare. Probabilmente non c’è nemmeno un piano “B”.
Insomma la Regione Lazio vuole che sulla mappa del vincolo ad Aprilia si faccia un bel buco in corrispondenza proprio del terreno della discarica.
I “buchi” sul vincolo
La mappa del territorio di Aprilia vincolato riguarda in particolare la zona nord del territorio di Aprilia e quindi riguarda anche la zona di Sant’Apollonia.
Nella mappa dei vincoli che riguardano Aprilia vi sono però dei “buchi”. Ovvero delle parti di territorio dove il vincolo non è stato inserito.
Fatto sta che la presenza di questi buchi non è andata giù alle associazioni ambientaliste che sottolineano come non vi sia alcuna differenza paesaggistica, storica, culturale in quel territorio uniforme.
Insomma entro il 4 dicembre 2024, termine ultimo per presentare osservazioni, verrà sicuramente presentata una richiesta di inglobare nel vincolo anche quegli anomali buchi.
Ancor più le associazioni, quindi, si opporranno sicuramente alla creazione di un ulteriore buco in cui inserire una discarica.
Regione Lazio: modifichiamo il progetto, ma facciamolo
La Regione Lazio ci tiene a ricordare che che l’assenza di impianti di discarica nel Lazio è stata oggetto di attenzione anche dalla Commissione Europea nell’ambito della procedura di pre-infrazione.
Nel caso in cui venisse meno la capacità impiantistica di discarica nel Lazio, la procedura di pre-infrazione potrebbe trasformarsi, di conseguenza, in una procedura di infrazione per la Regione Lazio e per lo Stato italiano”.
Per questo l’Area Rifiuti della Regione Lazio “chiede di valutare se sussistono le condizioni per rivedere la perimetrazione, eventualmente escludendo l’ambito interessato dal progetto in questione, ovvero di integrare la normativa tecnica facendo salvi gli interventi le cui procedure di autorizzazione sono in corso”.
Chi vince a “Braccio di ferro” sulla discarica di Aprilia?
Quindi qui abbiamo due esigenze incompatibili.
Da una parte l’obbligo di preservare un territorio attraverso l’applicazione di legittimi vincoli;
dall’altra l’urgenza di doversi dotare di una discarica.
Quale prevale ora?
La lotta in realtà è tra lobby politiche.
Quella ambientalista, che tenta di preservare il territorio dall’assalto indiscriminato di speculatori con progetti in cui loro guadagnano montagne di soldi e i cittadini ne pagano il prezzo in termi i economici e di salute.
L’altra lobby è quella appunto del “brucia e interra”, è quella più potente da 50 anni a questa parte, che riesce ad orientare la politica e i politici. Inceneritori, discariche, trattamento rifiuti sono gli impianti prodotti che hanno portato Roma, e con lei trascinato anche il Lazio, verso una gestione rifiuti che ha tra le bollette più alte d’Italia, mentre la Capitale è universalmente riconosciuta ormai come un immondezzaio.
Non è l’assenza di discariche e inceneritori che nel passato ha creato tutto ciò, ma è la loro sbagliata presenza. Le soluzioni, alternative ci sono, ma portano meno soldi a chi in questo settore ci specula e ci si arricchisce.
E i politici, che dovrebbero difendere i cittadini, sono ciechi e sordi (nel migliore di casi), per non dire su di loro cose peggiori ( e querelabili).
E il Comune di Aprilia che fa?
In tutto questo dibattito, negli anni passati, le varie amministrazioni che si sono succedute si sono dichiarate contrarie ad una nuova discarica (magari con qualche eccezione di qualche singolo politico).
Ma ora, che di politici il Comune non ne ha, chi difende il territorio di Aprilia?
Forse il Commissario potrebbe, visto che il suo obiettivo dovrebbe essere di svolgere le funzioni di Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale. Lo fara? Vedremo.
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