Il Comune di Aprilia non conserva infatti nel municipio tutti gli atti digitali, ma si è affidato alla Regione Emilia Romagna, che ha al suo interno l’Istituto dei Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna.
Secondo il Decreto Legislativo 42 del 2004, il “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, che ha dettato norme per la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, gli archivi e i singoli documenti degli enti pubblici sono beni culturali di interesse pubblico e la conservazione dei documenti e degli archivi, nella loro organicità, è una funzione di carattere istituzionale ed un precetto normativo.
I documenti equiparati a “beni culturali”
Per legge le Pubbliche Amministrazioni possono procedere alla conservazione dei documenti informatici all’interno della propria struttura organizzativa; o affidandola, in modo totale o parziale, ad altri soggetti, pubblici o privati.
La Regione Emilia Romagna “è in grado di fornire garanzie sufficienti volte a mettere in atto misure tecniche ed organizzative adeguate in modo tale che il trattamento dati rispetti i requisiti previsti dalle vigenti disposizioni in materia ed assicuri la tutela degli interessati”, si legge sull’atto con cui l’amministrazione di Aprilia affida tutti i suoi documenti e dati alla Regione.
Tutti gli atti di Aprilia alla Regione Emilia Romagna
Un accordo in vigore già dal 2021 e che era in scadenza: ora il commissario Paolo D’Attilio ha deciso di rinnovare la convenzione estendendola per altri cinque anni, al costo totale di poco meno di 10mila euro.
“Occorre procedere con il rinnovo – si legge nell’atto – al fine di garantire la prosecuzione della corretta conservazione degli atti amministrativi dell’Ente, quali deliberazioni di Giunta Comunale e di Consiglio Comunale, determinazioni dirigenziali, contratti in forma pubblica e degli atti registrati al protocollo generale, secondo quanto previsto dal Codice dell’Amministrazione Digitale”.
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