Lo ricordano, tra gli altri, le persone che tra gli anni ‘70 e ’80 lo hanno conosciuto come parroco nella parrocchia di San Luigi Gonzaga, della diocesi di Albano.
Tra queste ci sono gli abitanti del consorzio Vigna Fiorita di via del Sassone.
Agli inizi degli anni ’70 Don Muzio riuscì a creare una comunità di giovani, ma anche di meno giovani, avviando tantissime iniziative.
All’epoca Don Muzio veniva a dire la Messa domenicale nel consorzio, nei garage delle case ancora invendute.
Il ricordo di Don Muzio a San Luigi Gonzaga
“Ricordo” dice uno dei giovani dell’epoca “che per dire Messa si utilizzavano i garage delle case in vendita, che Don Muzio attrezzava a Cappella con l’aiuto dei ragazzi della parrocchia, tra cui io. Quando la casa veniva venduta, si passava a sistemare il garage di un’altra abitazione in vendita. Tutti insieme imbiancavamo le pareti, allestivamo la pedana e sistemavamo altare e ornamenti vari. Quando Don Muzio chiamava i giovani della parrocchia rispondevano”.
Poi, quando fu finalmente disponibile la Chiesa Parrocchiale di San Luigi Gonzaga, sulla via dei Laghi poco oltre via del Sassone, Don Muzio riuscì a coinvolgere sempre più giovani utilizzando gli spazi a disposizione, dove allestì una sala cinema, utilizzata anche come sala teatro per le “recite” e rappresentazioni teatrali e musicali.
Don Muzio era sempre in movimento, organizzava pesche di beneficenza, presepi viventi, gite…e poi il coro, a cui teneva tantissimo! Con lui la Messa era sempre cantata. C’era sempre qualcuno per suonare la chitarra o l’armonium a pedali della Chiesa.
Riuscì poi ad attrezzare un campo di calcetto nel campo dietro la Chiesa, e quando la domenica era bel tempo, le Messe si trasferivano all’aperto. E i giovani volentieri aiutavano nell’allestimento delle sedie, dell’altare e del sistema di amplificazione.
E quando si avvicinava la Santa Pasqua, memorabili erano le sue visite per la benedizione di tutte le case del consorzio. Più che visite di un prete erano visite di un amico che ti veniva a trovare, che conosceva tutti in casa e che aveva sempre una battuta pronta per ciascuno.
Un prete “speciale”
In tanti, i giovani di allora, lo ricordano con affetto e gratitudine per essere riuscito ad aggregare giovani di diverse età, creando una Parrocchia Viva ed attiva, come non fu più una volta che ne venne allontanato.
Questo il ricordo di un altro giovane di allora: “Ho conosciuto Don Muzio (nel tempo sarebbe diventato un tutt’uno, “Dommuzio”…) appena trasferitomi da Roma, nel ’73, e con lui ho trascorso tutti gli anni della fanciullezza e della adolescenza, tanto da chiedergli (ed ottenere) di farmi da padrino di Cresima.
Servire Messa con lui tutte le domeniche mi ha permesso di scoprire un personaggio – per allora – fuori dagli schemi dell’ortodossia cattolica.
A vederlo con le lenti della maturità (ahimè ormai avanzata) ne serbo il ricordo di un uomo perennemente inquieto, desideroso di un ” di più” che l’esistenza (e forse anche la Chiesa) gli ha sempre negato, o forse solo parzialmente riconosciuto.
Una bramosia di vita e di conoscenza mai sopita, un desiderio di pienezza nel suo cuore mai abbastanza soddisfatto. Certamente non un campione di diplomazia, elemento che probabilmente gli ha nuociuto oltremodo.
Non mancava di un certo senso del dissacrante (lui, un prete…) quando, inginocchiati dinanzi all’altare e dando le spalle alle comari che non andavano a tempo nei canti, pronunciava epiteti irripetibili sottovoce, a causa dei quali trattenevo a stento le risa.
Sicuramente un uomo dalla doppia vocazione, terrena e cristiana, che ha tentato forse invano di trattenere entrambe a sé per l’intera esistenza.
Vederlo andare via, oggi, rinchiuso in una scatola di legno, ha definitivamente chiuso un ciclo di vita per me da tempo ovviamente trascorso, ma talvolta rammentato con tenerezza.
Ci ha lasciati un vero uomo ed un vero sacerdote, innamorato di Dio e della vita terrena.
Possa riposare in Pace e perdonarmi per averlo, colpevolmente, perso di vista.”