Intanto l’esito della recentissima asta con la quale è stato messo in vendita l’IGDO ancora non è stato reso pubblico. L’incanto si è tenuto presso lo studio del notaio Capasso di Roma, tra l’8 marzo e il 12 aprile scorsi, su autorizzazione del Ministero per lo Sviluppo Economico, con base di partenza di 1,5 milioni di euro.
NESSUNO VUOLE PARLARE
Sviluppi clamorosi, dunque, di cui abbiamo cercato di avere conferma dai diversi protagonisti, ma nessuno ci ha aiutato a chiarire lo stato dei fatti. La società SICIET ha dichiarato al telefono al Caffè: “la gara è ancora in corso, ma non vi sappiamo dire nulla di più”. Il sindaco di Ciampino Giovanni Terzulli ha preferito non rispondere alle domande del nostro giornale. Stessa cosa per il notaio Alberto Capasso di Roma, delegato all’asta dai funzionari del Ministero per lo Sviluppo Economico. Era informato della nullità dell’atto di vendita dell’IGDO del 1991? Esistono successivi atti che ne attistino la proprietà? L’asta può essere considerata regolare? In ogni caso, quante proposte di acquisto sono arrivate entro il termine del 12 aprile? In quanti hanno partecipato? Si tratta solo di privati? L’asta si è conclusa con un ‘vincitore’? Queste domande, mentre scriviamo, restano senza risposta.
SCATTATA LA QUERELA ORA INTERVIENE LA PROCURA
Ma a svelare ogni ‘mistero’ potrebbe arrivare presto la Giustizia. Lo scorso 15 aprile l’affaire IGDO è finito sulla scrivania del dottor Francesco Prete, capo della Procura di Velletri. L’ex sindaco di Ciampino (dal 1980 al 1989) Giovanni Venditti, l’ex sindaco (dal 1978 al 1980) e Presidente della Regione Lazio (dal 1985 al 1987) Sebastiano Montali, il consigliere comunale Elio Addessi, il locale presidente di Italia Nostra Rodolfo Corrias, il presidente dell’associazione ‘Città Viva’ Gabriella Sisti e il vice presidente del comitato pro-IGDO Antonino Basco, hanno inviato in Procura la ‘nota ministeriale riservata’ che dichiara la nullità dell’atto di vendita del 1991 dell’ex IGDO, accompagnata da un esposto penale col quale chiedono ai magistrati di “compiere tutti gli opportuni accertamenti sull’intera vicenda, nonché di valutare la sussistenza di eventuali profili di rilevanza penale”. La querela è stata inviata per conoscenza anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Ministro dei Beni e Attività Culturali Dario Franceschini, al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, ai dirigenti e funzionari del Ministero per lo Sviluppo Economico, al Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone, al capo della Procura di Perugia, al notaio Alberto Capasso e al commissario liquidatore di SICIET, ingegner Andrea Carli.
IL COMUNE POTREBBE ACQUISTARLA A BUON PREZZO
Di sicuro “il Comune di Ciampino avrebbe potuto e dovuto avvalersi del diritto di prelazione”- ha sostenuto al Caffè il consigliere Marco Bartolucci, presidente della Commissione Tecnica Urbanistica di Ciampino. Si tratta, in parole povere, della facoltà di acquisto ‘prioritaria’ che lo Stato concede alle Amministrazioni locali nel caso siano finiti all’asta beni che hanno un riconosciuto valore pubblico, storico-culturale o ambientale- paesaggistico. “A maggior ragione considerando che lo Stato – ha sostenuto ancora Bartolucci – favorisce le Amministrazioni pubbliche permettendogli anche l’acquisto al valore base, piuttosto che al prezzo risultante dall’asta. A volte addirittura anche di meno”. “La verità – ha sostenuto invece il consigliere Guglielmo Abbondati, delegato alla pianificazione urbanistica per l’Area Metropolitana – è che in questi anni l’Amministrazione Terzulli invece di cercare soluzioni per ipotetici investitori privati, avrebbe dovuto faro per conto del Comune che guida, ma cosi purtroppo non è stato.”
Intanto, martedì sera 12 aprile oltre 200 cittadini hanno partecipato ad una fiaccolata e in corteo hanno prima girato intorno all’ex IGDO e poi attraversato alcune vie e piazze del centro storico di Ciampino.