Il municipio difatti lo aveva inserito nel Piano delle alienazioni immobiliari, come se fosse pubblico, mentre in realtà era privata di una cittadina, la signora L.S..
Il singolare caso è finito davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, si è concluso con una sentenza che ha preso atto del fatto che il Comune aveva riparato all’errore commesso. Ma ha certo lasciato spazio a riflessioni sulla gestione amministrativa degli enti locali.
Il Comune di Grottaferrata mette in vendita per errore il terreno di un cittadino
Nel 2020, il Comune di Grottaferrata ha approvato il Piano delle alienazioni immobiliari per il triennio 2020-2022. Si tratta di un documento che definisce i beni di proprietà comunale da vendere per ragioni economiche o di gestione patrimoniale.
Tra le particelle indicate, però, è comparso erroneamente un terreno, identificata con particella e foglio, che appartiene da decenni a una privata cittadina e ospita una parte dell’abitazione di quest’ultima, situata in viale Vittorio Veneto.
L’inserimento nel Piano ha portato il cittadino a dover impugnare gli atti, sostenendo che la particella in questione non fosse di proprietà comunale e che, pertanto, non avrebbe dovuto essere considerata alienabile.
Il ricorso al Tar Lazio
Il caso è stato sottoposto al TAR del Lazio, con la cittadina che ha richiesto l’annullamento della deliberazione comunale e delle successive determinazioni tecniche relative al Piano.
Il Comune di Grottaferrata, costituitosi in giudizio, ha inizialmente difeso l’operato amministrativo. Tuttavia, nel corso del procedimento, ha riconosciuto l’errore e confermato formalmente che il terreno in questione non doveva essere incluso nel Piano delle alienazioni.
La sentenza e l’improcedibilità del caso
Nel novembre 2024, la vicenda si è conclusa con la dichiarazione di improcedibilità del ricorso da parte del Tar Lazio.
Il giudice ha preso atto del fatto che il Comune di Grottaferrata, con una comunicazione ufficiale, aveva rimosso il terreno dal Piano e che, quindi, il motivo del contenzioso era venuto meno.
Il principio alla base della decisione del tribunale è che il ricorrente ha la facoltà di rinunciare all’azione legale qualora venga meno l’interesse a proseguire, come avvenuto in questo caso. Con la correzione dell’errore da parte del Comune, non vi era più alcun atto da annullare.
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