Si tratta di una sperimentazione che potrebbe però dare una svolta importante da qui ai prossimi anni sull’assistenza sanitaria alla popolazione anziana.
L’iniziativa è stata denominata “Accordo quadro per la realizzazione di sperimentazioni per la riforma dell’assistenza territoriale e domiciliare mirata alla popolazione anziana”.
In pratica si cercherà sempre più di curare l’anziano direttamente a casa sua, senza bisogno del ricovero in ospedale. Le strutture sanitarie dovranno organizzarsi e il personale essere formato in maniera specifica per l’assistenza agli anziani.
La proposta arrivata dal presidente della regione Lazio Francesco Rocca è stata anche sottoscritta dall’assessore ai Servizi sociali, alla Disabilità, al Terzo settore e ai Servizi alla persona, Massimiliano Maselli.
Questo accordo ha come obiettivo una maggiore attenzione sanitaria e sociale alla popolazione anziana e fragile.
Dalla legge al pratico: il nuovo accordo sanitario della Regione Lazio cosa prevede?
L’iniziativa è stata sottoscritta dalla Regione Lazio, la Asl Roma 2, il Policlinico di Tor Vergata, l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Roma Capitale e il VI municipio. Il tutto durerà 2 anni con possibilità di rinnovo e partirà dalla Asl Roma 2 con l’obiettivo di essere estesa a tutta la Regione .
L’impegno del presidente Rocca si basa sulla nuova legge del 31 marzo 2023 (L. 33/2023) che mira a promuovere un maggior coordinamento territoriale per l’assistenza gli anziani dividendo tra prestazioni sociali e sanitarie dei vari punti di pertinenza delle località.
Tutt’oggi con questa legge esiste presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana (CIPA).
Il progetto è stato denominato “Anchise” (dall’anziano padre di Enea, protagonista dell’Eneide) partirà dal Municipio VI di Roma Capitale focalizzandosi su cinque fasce specifiche di popolazione in base al fabbisogno:
- anziani over 80 anni
- anziani over 65 anni che fanno frequente uso del Pronto Soccorso
- anziani che sono soggetti a degenze ospedaliere prolungate
- tutti i pazienti dei reparti oncologici
- tutti gli anziani fragili segnalati dai punti unici di accesso (PUA). I punti unici di accesso sono dei luoghi attraverso i quali il Servizio Sanitario Nazionale garantisce l’accesso ai servizi sanitari a chi non è autosufficiente.
Il progetto permette di applicare per la prima volta la legge 33/2023 -come specificato dall’assessore Maselli- che tramite il piano del CIPA stabilisce i luoghi dell’assistenza e l’iniziativa che prevederà quanto segue:
- l’implementazione dei PUA (Punti Unici di accesso online e fisici) per una migliore individuazione degli over 65 e un maggiore supporto informativo sui servizi che avranno a disposizione;
- Riduzione delle competenze e della gestione del progetto a capo di un singolo soggetto in grado di rendere realtà la riduzione dei costi amministrativi;
- In base alla quantità di anziani verificata con la sperimentazione, si punterà ad adeguare il personale sempre tenendo conto dei loro bisogni specifici. In tal senso ci saranno percorsi di formazione per gli assunti addetti all’assistenza.
Francesco Rocca come principale promotore del progetto della Regione Lazio
In merito alle problematiche che il progetto Anchise mira a risolvere, ha alzato la voce anche il presidente Rocca. Sui social si è fatto sentire auspicando a un nuovo modello per tutto il Lazio e non solo:
L’assenza di strutture dedicate alle persone fragili e over 65 è sotto gli occhi di tutti. Si è fatto finta di non vedere che siamo una regione sempre più vecchia e con poche nascite.
Il presidente Rocca ha poi continuato con un augurio riguardo questo importante progetto che vede l’anziano al centro:
Dobbiamo lavorare tutti -insieme- per portare questo modello in tutto il Lazio e non solo. Ci vuole una rivoluzione culturale affinché l’anziano torni ad essere protagonista.
Per l’assessore Maselli invece si tratterà di due anni fruttuosi per il progetto:
Il Lazio sarà la prima a metterla in campo, in un territorio circoscritto dove ci sono fragilità come il Municipio VI. Sono sicuro che alla fine del biennio di sperimentazione avremo grandi risultati.
Insomma l’iniziativa rappresenta un passo importante per l’assistenza agli anziani mettendo al centro il loro benessere e la loro salute. Questo nuovo approccio innovativo si spera possa essere in futuro una soluzione per tutta la Regione Lazio.
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