Ciampino, l’accorpamento delle scuole è stato confermato dal Tribunale che ha sancito per la città la perdita dell’autonomia dell’istituto “Umberto Nobile“, che è stato accorpato con il “Leonardo Da Vinci“.
Il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) del Lazio ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Ciampino contro il piano di dimensionamento scolastico approvato dalla Regione Lazio.
La decisione del Tar del 12 dicembre sancisce ingatti l’accorpamento della scuola secondaria di primo grado “Umberto Nobile” con l’Istituto Comprensivo “Leonardo da Vinci”.
Una sentenza che segna una tappa importante nell’attuazione del piano regionale di riorganizzazione scolastica. La battaglia ‘politica’ ingaggiata dall’Amministrazione comunale, almeno per ora, non è riuscita a salvare l’autonomia dei due istituti.
La difesa strenua di Ciampino contro la Regione Lazio
La Giunta della Regione Lazio, con la delibera n. 5 del gennaio 2024, aveva approvato il nuovo piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche per l’anno 2024/2025. Tra i provvedimenti adottati, spiccava l’accorpamento degli istituti “Nobile” e “Da Vinci” nel Comune di Ciampino.
Il piano, così ha spiegato la Regione ai giudici, mirato a ottimizzare l’offerta formativa e a rispettare le nuove direttive nazionali, era stato contestato dal Comune di Ciampino, che aveva avanzato ricorso sostenendo la violazione delle esigenze territoriali e dell’autonomia locale.
Il Comune di Ciampino ha denunciato la mancanza di un tavolo tecnico per la concertazione delle decisioni e l’assenza di adeguata istruttoria.
Le autorità comunali ritenevano che il piano non rispettasse i bisogni della comunità locale e avrebbe comportato una riduzione dell’offerta formativa e delle opportunità educative.
Per il Tribunale l’accorpamento delle scuole è corretto
Nella sentenza che conferma l’accorpamento delle due scuole, il Tar ha rigettato le contestazioni del Comune di Ciampino, affermando che il piano di dimensionamento regionale è conforme alla normativa nazionale e agli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Il Tribunale ha sottolineato che il provvedimento regionale non comporta la soppressione delle scuole coinvolte, ma solo una riorganizzazione delle sedi dirigenziali.
I plessi scolastici, ha precisato la Corte, resteranno operativi nei rispettivi territori, garantendo continuità all’offerta formativa.
Il TAR ha inoltre ribadito che la Regione LAzio ha agito nel rispetto delle leggi e delle tempistiche previste, adottando misure necessarie per garantire l’equilibrio economico e la razionalizzazione delle risorse.
La decisione, ha concluso il Tribunale, non è arbitraria o illogica, ma è parte integrante di un piano nazionale che mira a migliorare l’efficienza della rete scolastica.
Le motivazioni normative
La sentenza fa riferimento alle modifiche legislative introdotte dalla legge di bilancio 2023, che ha riformato i criteri per il dimensionamento della rete scolastica.
Le nuove disposizioni hanno infatti stabilito parametri precisi per la distribuzione degli organici dei dirigenti scolastici e dei direttori amministrativi, obbligando le Regioni a ridefinire le autonomie scolastiche entro termini stringenti.
Per il Lazio ciò ha significato una riduzione del numero di istituzioni scolastiche, con un processo graduale previsto fino al 2027.
Nonostante le obiezioni sollevate dal Comune di Ciampino, il TAR ha confermato che il piano regionale è stato sviluppato rispettando tali criteri e coinvolgendo le parti interessate, come richiesto dalla normativa nei casi di accorpamento di scuole.
Cosa succede ora alle scuole di Ciampino
Con la decisione del TAR, la scuola “Umberto Nobile” sarà formalmente accorpata all’Istituto Comprensivo “Leonardo da Vinci”.
Questa riorganizzazione comporterà il trasferimento della dirigenza e l’unificazione delle strutture amministrative, senza però intaccare le attività didattiche nei rispettivi plessi.
Secondo la Regione, l’intervento garantirà maggiore efficienza nella gestione delle risorse e migliorerà la qualità dell’offerta formativa.
Il Comune di Ciampino, che aveva cercato di mantenere l’autonomia degli istituti, si trova ora a fare i conti con un quadro normativo che non lascia spazio a deroghe.
La sentenza del TAR rappresenta una pietra miliare nel processo di riorganizzazione scolastica, confermando la validità delle politiche regionali e nazionali volte alla razionalizzazione del sistema educativo.
Un futuro di adattamento
Mentre il piano di dimensionamento prosegue, il Comune di Ciampino è chiamato ora a collaborare per garantire una transizione efficace e minimizzare l’impatto sulle famiglie e sul personale scolastico.
La sfida ora sarà trasformare questa riorganizzazione in un’opportunità per migliorare l’esperienza educativa degli studenti, pur nella consapevolezza delle difficoltà che tali cambiamenti inevitabilmente comportano.
Il Comune ha facoltà di ricorrere contro la sentenza di primo grado del Tar rivolgendosi al secondo grado, il Consiglio di Stato.
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