Roma perde 24 posti piombando indietro nella classifica nazionale fino al 54° posto, un trend che ha accomunato tutte le più grosse città italiane.
Latina, all’opposto, guadagna ben 10 posizioni, ma bisogna tenere presente che parliamo di posizioni molto basse: passa dall’87° al 77° posto.
Come funziona l’indagine sulla Qualità della vita
Indagine sulla Qualità della vita del Sole 24 ore è un appuntamento annuale ormai attesissimo dai politici, ma anche dai semplici cittadini.
La classifica vuole misurare il benessere degli italiani. Gli statistici lo fanno basandosi su 90 indicatori i cui dati provengono da fonti certificate. I 90 indicatori sono divisi in sei categorie tematiche:
- Ricchezza e Consumi
- Affari e Lavoro
- Giustizia e Sicurezza
- Demografia e Società
- Ambiente e Servizi
- Cultura e Tempo libero
Bisogna tenere presente che le classifiche non vengono redatte secondo i valori assoluti, ma secondo le ponderazioni con l’universo del campione.
Cioè, per fare un esempio, se Roma è settima in Italia per numero di Medici specialisti, non vuol dire che altre 6 province hanno più specialisti di Roma, ma solo che Roma è al settimo posto nel rapporto tra la popolazione e il numero di specialisti.
Roma, tonfo clamoroso di 24 posti
Uno dei temi principali nei commenti alla nuova classifica del benessere degli italiani è il trend fortemente negativo di tutte le grandi città italiane. Cioè la vita nelle metropoli sta peggiorando. E di molto.
La provincia di Roma, rispetto al 2023, perde ben 24 posizioni, raggiungendo il 59° posto nella classifica generale della Qualità della vita. In tutta Italia è il secondo peggior risultato, peggio fa solo Firenze che di posti ne perde addirittura 30.
Questo clamoroso tonfo è dovuto ad alcune voci in particolare. In alcuni casi è addirittura l’ultima in Italia.
Considerando che le province sono 107, Roma è al 107° posto, quindi ultimissima, in due categorie:
- Canoni medi di locazione (ovvero rapporto tra costo affitti e reddito medio)
- Mensilità di stipendio per comprare casa
In altre categorie si distingue comunque per essere tra gli ultimissimi posti:
- Disuguaglianza del reddito netto tra cittadini (106°)
-
Protesti pro capite (105°)
-
Imprese in fallimento (105°)
- Indice di criminalità – totale dei delitti denunciati (106°)
- Furti con destrezza (104°)
- Furti di autovetture (100°)
- Furti con strappo (103°)
- Rapine in pubblica via (98°)
- Indice di litigiosità – Cause civili (100°)
- Età media al parto – anzianità delle madri (100°)
- Indice della solitudine (100°)
- Raccolta differenziata (94°)
- Spesa dei Comuni per la cultura (95°)
Certamente i romani si riconosceranno nelle varie voci assimilabili ai problemi che vivono tutti i giorni.
Non sono tantissimi, ma vediamo anche gli aspetti dove Roma eccelle rispetto alla media nazionale. Le voci dove è tra i primissimi posti in classifica sono le seguenti:
- Valore aggiunto per abitante (9°)
- Presenze turistiche (5°)
- Trend delle presenze turistiche (4°)
- Tasso di infortuni sul lavoro (8°)
- Laureati e altri titoli terziari (25-39 anni) (4°)
- Nuove iscrizioni Imprese (5°)
- Gender pay gap retribuzioni (4°)
- Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione (5°)
- Medici specialisti (7°)
- Posti-km offerti dal Tpl (3°)
- Copertura alla rete Gigabit (6°)
- Aree protette (9°)
- Indice di Sportività (9°)
Latina, sale molto, ma c’è ancora poco da gioire
La provincia di Latina, rispetto al 2023, ha guadagnato ben 10 posizioni nella classifica del benessere.
Un dato incoraggiante, ma che perde forza se si chiarisce che in pratica passa dall’87° al 77° posto, dietro città del meridione come Avellino, Lecce, Oristano, Benevento….
E se entriamo nello specifico, c’è davvero poco da gioire. Molte, purtroppo le voci dove Latina ‘eccelle’ per la sua pessima prestazione (ricordiamo che la classifica conta 107 province):
- Protesti pro capite (103°)
- Laureati e altri titoli terziari (25-39 anni) (100°)
- Delitti mortali denunciati (esclusi omicidi) (98°)
- Riciclaggio e impiego di denaro (104°)
- Ecosistema urbano (97°)
- Efficienza delle reti di distribuzione dell’acqua potabile (104°)
- Amministratori comunali con meno di 40 anni (91°)
- Spettatori – ingressi agli spettacoli (101°)
- Spesa dei Comuni per la cultura (100°)
- Indice di lettura (90°)
Una provincia che mostra forti carenze nella cultura, esteso riciclaggio del denaro e pessima gestione dell’acqua potabile.
Per fortuna, ci sono anche voci di cui la provincia pontina può orgogliosamente fregiarsi di essere tra le migliori in Italia, comunque mai tra le prime 10:
- Numero di ore Cig autorizzate (17°)
- Nuove iscrizioni di imprese (13°)
-
Quota di export sul Pil (17°)
- Numero pensioni di vecchiaia (17°)
-
Indice di rotazione delle cause (11°)
- Reati legati agli stupefacenti (17°)
- Indice di anzianità (14°)
-
Consumo di farmaci per depressione (13°)
- Bar, cinema e ristoranti (16°)
- Amministrazioni digitali (18°)
- Aree protette (11°)
Se vuoi vedere tutte le classifiche sulla Qualità della vita 2024 de Il Sole 24 ore, CLICCA QUI
Le migliori e peggiori d’Italia
La classifica generale della Indagine sulla Qualità della vita 2024, vede queste prime 10 posizioni, cioè le 10 province dove si vive meglio:
- Bergamo
- Trento
- Bolzano
- Monza-Brianza
- Cremona
- Udine
- Verona
- Vicenza
- Bologna
- Ascoli Piceno
A parte Bologna, tra le migliori sono sparite tutte le grandi città. Predominano Lombardia e Trentino Alto Adige, con la sorpresa di Ascoli Piceno, prima del centro-sud.
E ora vediamo le peggiori province per questo 2024:
98. Caltanissetta
99. Foggia
100. Palermo
101. Caserta
102. Cosenza
103. Vibo Valentia
104. Siracusa
105. Crotone
106. Napoli
107. Reggio Calabria
Sicilia e Calabria le regioni ‘peggiori’.
Insomma sembra sempre tutto negativo per il meridione, ma in realtà c’è un dato importantissimo che quest’anno smentisce ciò.
Il nord resta sempre più ricco di centro e meridione e continua sempre ad arricchirsi di più rispetto al centro-sud, ma il parametro della crescita del Pil (che indica la ricchezza) ha mostrato nel 2024 una maggiore vivacità nel centro-sud.
Le cause potrebbero essere due ed opposte: o il sud comincia pian piano a imparare a crescere economicamente oppure il nord ha rallentato talmente tanto la sua crescita da far ben figurare i risultati del centro e del meridione.
Speriamo bene!
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