Alle prime luci dell’alba di mercoledì 20 aprile, i Carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo, diretti dal capitano Emanuele Tamorri e dal tenente Alessandro Iacovelli, hanno arrestato e sottoposto ai domiciliari due ex assessori , Marco Ottaviani, ex delegato al bilancio nella giunta Silvagni e al Bilancio nella giunta Palozzi del 2011, e Mauro Catenacci, ex delegato all’ambiente con Silvagni e ai Trasporti con Palozzi; arresto e domiciliari anche per un commercialista, il dottor Marco Baldi. Tutti ritenuti, a vario titolo, responsabili del reato di induzione indebita a dare o promettere utilità.
La richiesta d’arresto è stata firmata lo scorso 5 aprile dal Procuratore Capo Francesco Prete e dal Pubblico Ministero Carlo Morra. L’ordinanza di custodia cautelare è stata sottoscritta lunedì 18 aprile dal Giudice per le Indagini Preliminari, o GIP, di Velletri dottor Gilberto Muscolo. Il Giudice ha ritenuto sussistere a carico dei tre indagati le esigenze cautelari previste dalla legge ed in particolare il concreto pericolo della commissione di altri gravi delitti. L’ex sindaco Fabio Silvagni era stato arrestato il 9 aprile 2015, ma si era dimesso formalmente dal proprio mandato di primo cittadino solo l’11 settembre 2015, dopo 5 mesi di lunga agonia politica e amministrativa, poco prima di patteggiare 2 anni e mezzo di reclusione con l’accusa di corruzione e peculato sulla vicenda nota come “Burger King”. Ora, a finire nelle maglie della giustizia sono anche due suoi ex ‘stretti collaboratori’.
I DUE STAVANO PER RICANDIDARSI
“I due ex assessori appena arrestati, appartenenti alla vecchia giunta Silvagni, tra l’altro stavano per ricandidarsi nelle liste del candidato a sindaco di centro destra Stefano Cecchi.” È quanto sostengono a caldo, subito dopo gli arresti, gli investigatori che hanno condotto sul campo 10 mesi di indagini con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di osservazione, ispezioni, perquisizioni, sequestri di documentazione e accertamenti bancari.
L’INTERESSAMENTO DEL CANDIDATO SINDACO CECCHI SULLE INDAGINI?
Il quadro ‘politico-amministrativo’ marinese delineato nell’ordinanza di custodia cautelare da investigatori e inquirenti è a dir poco inquietante. Il candidato sindaco del centrodestra Stefano Cecchi, secondo il GIP Muscolo, il 15 febbraio scorso si sarebbe addirittura recato nella locale caserma dei Carabinieri “con lo scopo, più o meno dissimulato, di carpire informazioni circa le indagini sulla operativa Eureka e la fattura della Lidl, poiché il candidato sindaco, affermando di volersi candidare e alleare solamente con persone non sottoposte a procedimento penale, ha posto domande su eventuali indagini a carico di politici …” .
NELLE INTERCETTAZIONI C’È ANCHE L’EX SINDACO PALOZZI
Inoltre, i due ex assessori, sempre secondo magistrati e carabinieri, anche dopo la caduta della giunta Silvagni avrebbero continuato a godere per di più di una sorta di ‘appoggio e protezione dall’alto’: “nonostante adesso non ricoprano più ruoli amministrativi in seno al Comune stesso – scrive il GIP di Velletri nell’ordinanza di custodia cautelare dei tre arrestati – in seguito allo scioglimento del consiglio comunale dopo l’arresto dell’ex sindaco Silvagni, sia Ottaviani che Catenacci godono ancora di una forte influenza sui dipendenti degli uffici locali. Come emerge dall’informativa dei Carabinieri – scrive ancora il GIP – i due amministratori sono ancora attivamente impegnati nell’attività politica, come emerge anche dalle conversazioni telefoniche da cui risulta che gli stessi sono ancora in contatto con il consigliere regionale Adriano Palozzi, già sindaco del comune di Marino dal 2006 al 2013. È significativo – scrive ancora il GUP – che Palozzi continui ad interessarsi della pratica Lidl, chiedendo conto nelle telefonate del 8.10.2015 e 17.10.2015, lo stato della stessa. Ciò in quanto come si è visto l’apertura del punto vendita è ancora oggi sospesa”.
“Gli indagati – si legge ancora nelle carte – dimostrano un particolare interesse per tutto ciò che costituisce promozione della propria immagine di politici locali. E il fatto che Catenacci abbia chiesto alla Lidl di assumere personale da lui segnalato significa aver cercato di incrementare un bacino elettorale importante per un amministratore pubblico”.
INDAGINE “MERCURIO” LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA
L’indagine, denominata “Mercurio”, ha preso le mosse da una denuncia sporta lo scorso mese di luglio dal Presidente della Confesercenti di Marino, “attraverso la quale – raccontano i carabinieri – venivano rappresentate agli inquirenti alcune criticità connesse alla realizzazione di un supermercato Lidl a Marino”. Sempre secondo i Carabinieri la società Lidl, intenzionata ad aprire un supermercato a Marino, già dall’anno 2010 sarebbe stata “destinataria di pressanti richieste ed in particolare quella del pagamento illecito di una somma di denaro in cambio del rilascio del titolo autorizzativo in tempi brevi. Uno dei due assessori arrestati pretese anche l’assunzione alle dipendenze del supermercato di persone a lui vicine, presentando diversi curricula”. Non solo: “con l’ausilio tecnico di un loro amico commercialista, – affermano i carabinieri – fu ideato il mascheramento della tangente, ammontante a 80.000 euro, attraverso l’emissione di una fattura per operazioni inesistenti da parte di una cooperativa di comodo (in cui due degli indagati hanno ricoperto cariche sociali) a cui Lidl Italia avrebbe dovuto versare l’intero importo di lavori edili – mai eseguiti – necessari per trasformare un magazzino nel supermercato. La società, messa dunque alle strette, decise di pagare”.
Le indagini avrebbero anche delineato come in tale ottica “la società commerciale, – affermano i militari dell’Arma – nonostante abbia ceduto alle pressioni dell’amministrazione, abbia continuato a tutt’oggi ad incontrare ostacoli burocratico-amministrativi nella prosecuzione dei lavori, tant’è che il supermercato non è stato ancora avviato”. I Carabinieri sono convinti che, “oltre al pagamento illecito, perdura la condotta tesa ad ottenere, come ulteriore illecita utilità, l’assunzione delle persone segnalate da uno degli assessori, con un evidente ritorno in termini di consenso elettorale”. Ma la vicenda non sembra certo conclusa con questi 3 arresti: al vaglio dell’Autorità Giudiziaria sono ora le posizioni di altre persone che, a vario titolo, avrebbero favorito gli arrestati.