Una recente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) del Lazio ha stabilito la demolizione (almeno parziale) di una maxi veranda con vista lago costruita, o per meglio dire forse ampliata, in modo abusivo nel comune di Castel Gandolfo.
Secondo i giudici l’ampliamento è stato fatto senza le necessarie autorizzazioni urbanistiche e paesaggistiche.
La struttura è parte di un rinomato e prestigioso pub-ristorante situato sulle rive del lago Albano e (allo stato attuale della sentenza) dovrà essere rimossa entro tre mesi a spese del proprietario.
Castel Gandolfo, Comune contro il prestigioso pub-ristorante
La controversia era nata nel 2019, quando il Comune di Castel Gandolfo aveva emesso un’ordinanza di demolizione per una veranda costruita in modo difforme rispetto al progetto originariamente autorizzato, almeno secondo il parere del Comune, che all’epoca era guidato dal sindaco Milvia Monachesi.
La struttura era composta da una copertura in teli di lino sorretta da pilastri in legno e ferro. Si estendeva per 192,72 metri quadrati, superando di oltre 77 metri quadrati quanto previsto dal titolo edilizio originario.
La veranda era inoltre situata in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico e idrogeologico, rendendo necessaria un’autorizzazione specifica che non era mai stata ottenuta.
Il parere del Comune di Castel Gandolfo
Il proprietario del locale aveva quindi presentato ricorso contro l’ordinanza, sostenendo che la struttura fosse facilmente amovibile e che un precedente parere del Comune del 2015 ne avesse legittimato la realizzazione.
Tuttavia, il Tribunale ha respinto tali argomentazioni, evidenziando come il parere del 2015 riguardasse un progetto diverso e significativamente più contenuto nelle dimensioni.
Il ristorante ha ora facoltà di presentare ricorso contro la sentenza del Tar direttamente al Consiglio di Stato, secondo ed ultimo grado della Giustizia Amministrativa.
Il Tribunale conferma: parte della veranda è abusiva
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha sottolineato che la veranda, per le sue caratteristiche e dimensioni, alterava significativamente l’estetica dell’area e il paesaggio circostante, in violazione delle normative vigenti.
In particolare la mancata acquisizione dell’autorizzazione paesaggistica rappresenta un elemento centrale. Nonostante le dichiarazioni del ricorrente circa la natura precaria della struttura, il Tar ha stabilito che la veranda abbia un impatto permanente sul contesto ambientale e architettonico.
Secondo i giudici il Comune di Castel Gandolfo ha inoltre dimostrato che il titolo edilizio originario riguardava una struttura molto più piccola, definita come “pergotenda”, e che la realizzazione effettiva era del tutto difforme da quanto approvato.
Durante un sopralluogo effettuato nel 2019, i tecnici comunali e la Polizia Locale hanno accertato la violazione.
Contestualmente è stata evidenziata anche l’assenza di requisiti per una eventuale successiva sanatoria.
Demolizione entro 3 mesi
Il proprietario del ristorante potrà ora rivolgersi all’ultimo gradi della giustizia Amministrativa, presentando ricorso al Consiglio di Stato.
In alternativa dovrà procedere alla demolizione della struttura entro il termine di 90 giorni, come previsto dall’ordinanza comunale. In caso di inadempienza, il Comune di Castel Gandolfo potrà intervenire d’ufficio, eseguendo direttamente la demolizione e addebitandone i costi al responsabile.
La sentenza comporta inoltre la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali, quantificate in 1.500 euro, oltre oneri accessori.
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