Per fortuna ci sono le associazioni. L’ultimo giorno del 2024 si è chiuso con una misurazione allarmante, la 56esima negli ultimi due anni eseguita dall’associazione Grottaferrata Sostenibile.
Persi altri 3 centimetri in sole 2 settimane, -73 centimetri in 2 anni: il lago Albano di Castel Gandolfo sta vivendo una delle crisi idriche più gravi della sua storia.
Il livello delle acque ha raggiunto -730 mm rispetto alla quota zero simbolica, ossia quella misurata il 28 ottobre 2022. Questo dato segna purtroppo un nuovo record negativo, aggravato da un calo di 30 mm registrato nelle ultime due settimane, nonostante le recenti piogge.
Lago Albano, problemi anche all’ecosistema
La tendenza negativa è ormai consolidata.
L’associazione guidata da Giancarlo Della Monica, delegato alla Sostenibilità del comune di Grottaferrata, ha segnalato anche una precoce fioritura dell’alga rossa, un fenomeno che di solito si verifica tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera.
Questo evento potrebbe essere un indicatore ulteriore del deterioramento delle condizioni ecologiche del lago.
Acea usa l’acqua per 10 comuni dei Castelli Romani
Tra l’altro – come ci viene riferito da fonti istituzionali che preferiscono non comparire – l’acqua del Lago Albano viene utilizzata quotidianamente da Acea per dissetare non solo i comuni limitrofi di Albano, Ariccia e Castel Gandolfo, come noto da tempo, ma anche Frascati, Rocca Priora, Monte Porzio, Montecompatri, Zagarolo, Colonna e Palestrina.
L’acqua prelevata da Acea da un pozzo situato sulle rive del lago, difatti, viene spedita al lago della Doganella e, da lì, diramata nei vari comuni per integrare l’apporto dei pozzi locali.
Questi pozzi locali sono scavati sempre più in profondità, a causa dell’abbassamento della falda acquifera.
L’acqua prelevata dai pozzi locali, quindi, dovendo andare sempre più a fondo è sempre più contaminata da elementi chimici nocivi per salute e ambiente e necessità di essere diluita con acqua pulita, quale è quella del lago Albano.
Un cane che si morde la coda che rischia di lasciare asciutto il lago Albano di Castel Gandolfo, con tutte le istituzioni deputate che tardano ad intervenire.
Livello dell’acqua: – 3 centimetri in 2 settimane, – 73 centimetri in 2 anni
Il grafico sull’andamento del livello idrico negli ultimi 26 mesi, del resto, parla chiaro. Mostra una situazione preoccupante.
Dopo un discreto recupero nella primavera del 2023, culminato con un aumento di quasi 30 cm, il livello ha iniziato a scendere in modo inesorabile dall’agosto dello stesso anno. L’autunno e l’inverno 2023 hanno segnato una scarsissima ripresa, un trend confermato anche nell’autunno 2024. Attualmente, il Lago Albano si trova in una condizione critica, con una “caduta libera” che sembra senza fine.
Un contributo significativo alla crisi è dato dall’incremento dei prelievi idrici.
L’assenza di un censimento aggiornato delle concessioni e di una stima precisa dei volumi prelevati rende difficile pianificare interventi efficaci.
La recente conferenza stampa dell’Autorità di Bacino (AUBAC) ha solo accennato a questi problemi, lasciando irrisolti molti interrogativi.
Blackout del teleidrometro da 3 mesi, ma cosa succede?
Da tre mesi, tra l’altro, il teleidrometro installato presso il lago, nel centro sportivo federale, non fornisce più aggiornamenti. Questo strumento, progettato per monitorare il livello delle acque, era stato inaugurato con grande clamore poco più di un anno fa.
Tuttavia, l’ultimo rilevamento ufficiale risale al 26 settembre 2024, lasciando un vuoto informativo in un momento cruciale.
Crisi idrica ai Castelli Romani
Tra i principali fattori che contribuiscono al calo delle acque del Lago Albano c’è la crescente urbanizzazione della zona dei Castelli Romani.
Lo sviluppo di nuovi insediamenti abitativi ha aumentato la pressione sulle risorse naturali, compromettendo l’equilibrio idrico del territorio. La domanda di acqua è cresciuta in modo esponenziale, alimentata da una popolazione in costante aumento.
La mancanza di piani regolatori efficaci, in grado di limitare il consumo di suolo, ha aggravato la situazione.
L’adozione di strategie urbanistiche sostenibili richiederebbe una visione politica chiara e il consenso unanime dei consigli comunali, condizioni difficili da raggiungere.
Prelievi incontrollati e infrastrutture obsolete
Un altro problema cruciale è rappresentato dai prelievi idrici incontrollati. Numerosi pozzi, spesso non regolamentati, sono utilizzati per scopi irrigui e industriali, sottraendo risorse preziose al lago.
Inoltre, la rete idrica locale è caratterizzata da gravi inefficienze, con perdite significative che aggravano ulteriormente la crisi.
La situazione richiede interventi urgenti. Un monitoraggio rigoroso dei prelievi e una manutenzione adeguata delle infrastrutture idriche potrebbero limitare gli sprechi e garantire una gestione sostenibile delle risorse.
Tuttavia, senza un coordinamento efficace tra le autorità competenti, queste misure rischiano di rimanere sulla carta.
Prospettive future per lago e Castelli Romani
La speranza è che il 2025 possa segnare una svolta.
È necessario un impegno collettivo per invertire questa tendenza e salvaguardare il Lago Albano, un patrimonio naturale fondamentale per l’intero territorio dei Castelli Romani.
Azioni concrete, come il censimento delle concessioni, l’adozione di politiche urbanistiche sostenibili e la modernizzazione della rete idrica, potrebbero rappresentare un primo passo verso la soluzione.
Il tempo è un fattore cruciale. Ogni ritardo rischia di compromettere ulteriormente l’equilibrio ecologico del lago, rendendo sempre più difficile un recupero duraturo.
Il Lago Albano non è solo un simbolo naturale, ma anche una risorsa vitale per la comunità. Preservarlo è una responsabilità che richiede l’impegno di tutti.
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