A 71 anni dalla fine della guerra, a Campoverde ancora una volta si sono “scontrate” due interpretazioni diverse del 25 aprile. Da una parte la destra, dall’altra la sinistra. Al centro uno schieramento di Forze dell’Ordine tra polizia e carabinieri. A Campoverde c’è un cippo dedicato alla brigata Barbarigo, appartenente alla X Mas, e alle vittime della guerra che tra gennaio e giugno del 1944 imperversò tra Anzio, Aprilia e Cisterna.
Tra i presenti vicino al cippo anche due reduci, il Marò Fetecchia e il paracadutista Signorelli. In concomitanza con gli 80 anni di Aprilia, è stata chiesta una preghiera per «il fondatore della città” (ma il nome di Benito Mussolini non è stato pronunciato, ndr) e per tutti i coloni che hanno abitato queste terre e che sono morti».
Presente a Campoverde stamattina anche il senatore di Sel Massimo Cervellini, firmatario di una interrogazione parlamentare proprio sulle cerimonie di Campoverde. Il parlamentare aveva chiesto al Ministro Alfano di fermare quella cerimonia.
A un certo punto ci scappa anche un saluto romano da parte di alcuni irriducibili, ma in quel momento gli organizzatori “ufficiali” della cerimonia si erano già allontanati. Saluto che ha provocato lo sdegno dell’Anpi, l’Associazione Partigiani, che intonavano “Bella ciao”.
Non ci sono stati problemi di ordine pubblico, entrambi gli schieramenti hanno mantenuto la calma e non hanno ceduto alle provocazioni reciproche.
Fascisti contro comunisti, settant’anni dopo. Nel giorno della festa della liberazione l’Italia, almeno a Campoverde, è stata nuovamente divisa.