Il Comune di Castel Gandolfo ha ritirato a luglio 2020 la concessione per la gestione dello storico bar, classe 1951, con tanto di pontile con vista mozzafiato sul lago e sul Parco dei Castelli Romani, denominato all’epoca La Playa.
Una decisione che ora rischia di avere conseguenze finanziarie significative per il Comune stesso, oltreché per altri enti.
La società precedentemente occupante ha infatti presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) del Lazio, chiedendo l’annullamento di una serie di atti amministrativi e un risarcimento danni di circa 600mila euro.
In passato, fino a tutti gli anni ’80, il pontile era immerso nell’acqua, poi è rimasto a secco, parallelamente al calo delle acque, sempre più evidente e drammatico specie negli ultimi anni.
Castel Gandolfo rischia risarcimento di 600mila euro
La controversia nasce dalla Determinazione Dirigenziale n. 14574 del 27 giugno 2024, notificata alla società lo scorso 10 settembre.
Il ricorso della ex società titolare della concessione mira a contestare anche altri atti precedenti, tra cui l’avviso pubblico del Comune del 2021 e ulteriori provvedimenti legati alla precedenete concessione.
In particolare, la società titolare della precedente licenza, lamenta danni economici rilevanti: 49.576,59 euro per il danno emergente, 350.171,90 euro per la perdita di un finanziamento statale legato al Decreto Legge 152/2021 e 200mila euro annui per il mancato guadagno e la perdita di opportunità.
Il ritorno al Comune di bar e spiaggia
Il lotto oggetto della disputa è tornato nella disponibilità del Comune di Castel Gandolfo nel 2020, come attestato dal verbale municipale.
Si tratta di un’area di oltre 3.000 metri quadrati di verde, di cui 618 coperti da una struttura commerciale adibita a bar e ristorazione, con tanto di pontile sopraelevato.
Il complesso comprende un edificio sopraelevato, un terrazzo parzialmente coperto e un magazzino sottostante, tutti dotati di impianti idrici, elettrici e di riscaldamento. La struttura è stata realizzata negli anni Cinquanta e successivamente ampliata con interventi regolati da leggi edilizie e condoni.
Inoltre, vi era il limitrofo stabilimento balneare.
Il manufatto, pur avendo una lunga storia, presenta oggi un valore economico e commerciale rilevante. Il canone annuo di concessione, stimato dal Comune, è di circa 32.297 euro, suddiviso tra l’immobile e l’arenile.
La prossima concessione prevederà che il nuovo gestore si faccia carico delle strutture nello stato attuale, con eventuali migliorie soggette a ulteriori calcoli.
Un contenzioso con rischio stangata
La richiesta di risarcimento mette il Comune di Castel Gandolfo in una posizione delicata.
I costi per un eventuale risarcimento potrebbero gravare pesantemente sulle casse pubbliche, già sotto pressione per altre questioni amministrative.
Inoltre, la vicenda rischia di allungarsi a causa delle implicazioni legali e burocratiche del ricorso al Tar, che coinvolge non solo Castel Gandolfo ma anche la Regione Lazio e altre autorità competenti, tra i quali l’Ente Parco.
A difendere il Comune di Castel Gandolfo nel contenzioso vi sarà l’avvocato Luca Santini che percepirà un importo stimato di circa 9mila euro per l’incombenza legale.
Il Comune di Castel Gandolfo cerca un nuovo gestore
Nel frattempo, il Comune di Castel Gandolfo ha pubblicato un nuovo avviso per la concessione del complesso demaniale, che include l’obbligo per i potenziali candidati di effettuare un sopralluogo nell’area.
La speranza è di trovare presto un nuovo gestore che possa valorizzare questa storica struttura e contribuire al rilancio turistico del lago Albano.
Tuttavia, il contenzioso in corso potrebbe rallentare l’intero processo, lasciando in sospeso uno degli spazi più caratteristici della città.
La vicenda, dunque, non riguarda solo la disputa legale tra il Comune e la società precedente, ma anche il futuro di un luogo simbolo per Castel Gandolfo e il suo territorio.
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