Un incendio devastante ha però distrutto, a luglio 2024, il noto ristorante sul lago di Castel Gandolfo costruito quasi interamente in legno, il Wunderkammer.
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Oltre alla perdita materiale, sull’episodio drammatico cala ora anche una presunta ulteriore ‘verità scomoda’, almeno dal punto di vista giudiziario: sulla struttura ristorativa di via Spiaggia del Lago gravava una ordinanza di demolizione del Comune di Castel Gandolfo.
Questo almeno è quanto emerge da una recente sentenza del Tribunale Amministrativo regionale (Tar) del Lazio, che ha respinto pochi giorni fa un ricorso contro l’ordinanza comunale di demolizione, ritenendo il caso ormai privo di interesse giuridico – almeno dal punto di vista amministrativo – per la totale distruzione dell’immobile stesso.
Castel Gandolfo: “il ristorante è abusivo e va demolito”
Il caso risale al 28 ottobre 2019, proprio in quella data il Comune di Castel Gandolfo aveva emesso un’ordinanza per la demolizione delle opere abusive realizzate all’interno del civico 24/a di Via Spiaggia del Lago, ossia nel ristorante. La proprietà del ristorante aveva presentato ricorso al Tar del Lazio, contestando la legittimità del provvedimento.
Il Comune di Castel Gandolfo, da parte sua, aveva ribadito la necessità di intervenire per ristabilire la legalità e garantire il rispetto delle norme urbanistiche in un’area sottoposta a vincoli paesaggistici e ambientali.
Nel corso della lunga procedura legale, la situazione ha subito un drastico cambiamento. A luglio 2024, infatti, un incendio ha completamente distrutto il ristorante, rendendo impossibile ogni ipotesi di recupero della struttura.
L’evento ha eliminato qualsiasi utilità pratica del ricorso al Tar, che mirava a contestare l’ordine di demolizione di un immobile ormai divenuto inesistente.
Dopo le fiamme non si può più costruire
La sentenza del Tar non solo ha dichiarato improcedibile il ricorso per sopravvenuta carenza di interesse, ma ha anche sottolineato un altro elemento chiave: il terreno su cui sorgeva il ristorante è inedificabile per i dieci anni successivi all’incendio, come stabilito dalla legge n. 353 del 2000, relativa alla prevenzione degli incendi boschivi.
Questa disposizione mira a evitare ricostruzioni speculative in aree colpite da incendi, preservando l’ambiente naturale e tutelando il territorio.
Con la sua sentenza, il Tar ha messo fine alla controversia, confermando la legittimità dell’operato del Comune di Castel Gandolfo. Nessuna ricostruzione sarà possibile nel prossimo futuro, o meglio per i prossimi 10 anni, e l’area colpita dall’incendio resterà ferma.
L’episodio, forse, solleva interrogativi importanti sulla necessità di una vigilanza più stringente sul rispetto delle norme edilizie e ambientali.
Castel Gandolfo, perla dei Castelli Romani, si conferma un territorio da tutelare con fermezza, evitando che abusi possano compromettere il suo patrimonio naturale e paesaggistico.