Una rettifica che fornisce anche molte interessanti informazioni.
La pubblichiamo, naturalmente, in maniera integrale.
Gent.mo Direttore Stefano Carugno,
faccio espresso riferimento all’articolo (234722) pubblicato in data 8 gennaio u.s. sulla testata online “www.ilcaffe.tv” nonché sulla pagina facebook de “il Caffè dei Castelli Romani” dal titolo “Castel Gandolfo, per l’addio al famoso bar con pontile sul lago il Comune rischia la stangata – Chiesto risarcimento da 600mila euro” a firma di Renato Mastrella, al fine di fornire alcune precisazioni e rappresentare quelle che ritengo essere affermazioni scorrette ovvero comunque inveritiere, e ciò nella veste di legale nominato dal suddetto Ente locale a difesa dei propri interessi avanti il Tribunale Amministrativo.
Senza entrare troppo nel merito, la prima discrasia temporale che emerge evidente dal corpo dell’articolo in parola attiene all’errata indicazione della società che avrebbe promosso ricorso al Tar in qualità di concessionaria “precedentemente occupante”. Del resto è di pronta evidenza che, qualora il Comune di Castel Gandolfo avesse “ritirato a luglio 2020 la concessione per la gestione dello storico bar”, così come si sostiene nel pezzo giornalistico, sarebbero ampiamente già spirati i termini decadenziali prescritti per azionare l’impugnativa avverso il provvedimento di revoca.
Il ricorso non è, pertanto, “della ex società titolare della concessione” che gestiva “La Playa”, ma, piuttosto, dell’attuale Società Sesta-Fortini; in termini giuridici, utilizzatrice senza titolo proprio in conseguenza della intervenuta decadenza. Non sfugge, a tal riguardo, come la Società ricorrente non abbia inteso neppure formulare domanda di sospensiva, evidentemente non reputando di particolare interesse una tutela cautelare.
Tuttavia, a destare le maggiori perplessità in merito all’articolo citato, risulta essere la parte finale dal sottotitolo “Il Comune di Castel Gandolfo cerca un nuovo gestore”, nella quale viene propagata la falsa notizia che “Nel frattempo, il Comune di Castel Gandolfo ha pubblicato un nuovo avviso per la concessione del complesso demaniale, che include l’obbligo per i potenziali candidati di effettuare un sopralluogo nell’area. La speranza è di trovare presto un nuovo gestore che possa valorizzare questa storica struttura e contribuire al rilancio turistico del lago Albano”.
Anche questa notizia è affatto “anacronistica”, per così dire, atteso che l’ultimo avviso di messa a bando dell’area demaniale rimonta al 30 marzo 2021. Non potrebbe, pertanto, sussistere nel caso di specie alcuna “speranza” di trovare presto un nuovo gestore, per la semplice quanto ovvia ragione per la quale nessun avviso ulteriore è stato ad oggi ancora adottato da parte dell’Amministrazione comunale.
Al lume di quanto precede chiedo, pertanto, la pubblicazione della presente rettifica ai sensi di legge.
Cordiali saluti.
Marino, 9.01.2025
Avv. Luca Santini
La nota del Direttore de Il Caffè, Stefano Carugno
La legge non consente di replicare al contenuto di una rettifica (siamo l’unico paese al mondo ad avere questa norma).
In questo caso comunque, seppur la norma fosse stata meno limitante, non ci sarebbe stato bisogno di alcuna controreplica.
Anzi, ritengo di dover ringraziare il contributo dell’Avvocato Santini e dell’Amministrazione di Castel Gandolfo che ci ha così aiutato a fare luce in una vicenda piuttosto complessa.
Mi scuso naturalmente se abbiamo riportato delle informazioni poi risultate non completamente esatte, ma vorrei far comprendere ai lettori la difficoltà in cui noi giornalisti ci troviamo quando dobbiamo scrivere un articolo di questo tipo.
Le fonti da cui prendiamo le informazioni sono esclusivamente quelle ufficiali: documenti resi pubblichi per legge, a cui in realtà può accedere qualsiasi cittadino semplicemente tramite internet.
Nel caso specifico i documenti su cui abbiamo lavorato per la redazione dell’articolo erano piuttosto lacunosi in alcuni punti, e abbiamo dovuto operare una vera e propria indagine giornalistica per ricostruire molti importanti punti. Come ad esempio di quale struttura si stesse parlando, visto che nessun documento la dichiarava apertamente: l’abbiamo capito solo attraverso una accurata indagine sulle mappe catastali.
Nei nostri articoli, poi, cerchiamo di tutelare sempre la privacy dei soggetti privati, a meno che non siano ‘personaggi pubblici’ oppure nel caso che le persone o le società coinvolte non siano già state rese pubbliche da altri e quindi siano già palesemente note al pubblico dei lettori.
La privacy non la decidiamo noi, ma le istituzioni come Tribunali, Procure, Forze dell’ordine, Comuni o altri Enti che negli atti resi pubblici possono sempre inserire la famosa parolina magica «omissis».