Il Comune gandolfino ha comunicato il diniego alla richiesta di permesso di costruire in sanatoria presentata nel 2017 per regolarizzare alcune strutture abusive.
Una decisione che segna la fine di un capitolo storico per la località, da tempo al centro di dispute amministrative e vincoli paesaggistici.
Castel Gandolfo, addio al parco giochi sul lago
Le problematiche legate al parco giochi risalgono al 2000, quando fu emessa una prima ordinanza di demolizione per opere realizzate senza permesso su un’area sottoposta a vincoli paesaggistici e idrogeologici.
Le strutture abusive includevano terrazzamenti, pavimentazioni e un gioco tipo “jumping”. L’ordinanza rimase per anni inapplicata, nonostante ripetuti solleciti del Comune di Castel Gandolfo.
Nel 2016, l’ente dichiarò ufficialmente l’acquisizione delle opere abusive al patrimonio comunale, un passaggio necessario per ristabilire la legalità urbanistica nella zona.
La situazione sembrava indirizzarsi verso una soluzione con la presentazione di una richiesta di sanatoria nel 2017. Tuttavia, gli ostacoli burocratici e il mancato rilascio dei necessari nulla osta da parte degli enti competenti hanno progressivamente bloccato ogni possibilità di regolarizzazione.
La struttura non tornerà in funzione
Tra le principali criticità riscontrate, il parco giochi non ha mai ottenuto le autorizzazioni necessarie per l’impatto paesaggistico e idrogeologico, richieste dalla Regione Lazio e dalla Città metropolitana di Roma.
Inoltre il Parco dei Castelli Romani ha espresso parere negativo sulla compatibilità delle strutture esistenti con le normative vigenti.
Nonostante le osservazioni avanzate dai proprietari e dal tecnico incaricato per giustificare la presenza delle opere, il Comune di Castel Gandolfo ha ribadito che le richieste di sanatoria sono state presentate fuori termine e risultano incompatibili con la disciplina urbanistica attuale.
La decisione definitiva di Castel Gandolfo
Nel 2024, dopo ulteriori verifiche catastali e l’analisi di eventuali frazionamenti della proprietà, il Comune ha comunicato formalmente ai proprietari il diniego definitivo alla sanatoria.
L’intervento non è stato ritenuto conforme alle normative urbanistiche e paesaggistiche, rendendo inevitabile la decisione di mantenere lo stato di acquisizione pubblica dell’area.
L’area acquisita da Castel Gandolfo
Scrive il Comune di Castel Gandolfo:
“Considerato che le osservazioni del privato non possono essere accolte, in quanto la richiesta di permesso di costruire in sanatoria (…) è tardiva, in quanto è stata presentata dal sig. [OMISSIS…] oltre il termine assegnato con ordinanza di demolizione n° 72 del 07/04/2000 per ottemperare alla demolizione (come attestato con verbale prot.n. 1774/2000 del 26/03/2001).
Nonché presentata successivamente alla determinazione comunale n° 31 del 12/02/2016, con cui è stata dichiarata l’avvenuta acquisizione al patrimonio comunale delle opere edilizie abusive”.
L’area resterà quindi sotto la gestione comunale, con possibili nuovi progetti in linea con la tutela ambientale e il rispetto dei vincoli paesaggistici che caratterizzano il territorio dei Castelli Romani.
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