A godere dei benefici di questo traliccio ‘pubblico’ saranno certo i cittadini, che godranno di una copertura di rete migliore, ma anche gli operatori di telefonia mobile che potranno utilizzarlo quasi a ‘costo zero’.
Una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha respinto i tentativi di blocco del Comune di Cave, ponendo fine a un lungo contenzioso che ha visto opporsi istituzioni locali e grandi operatori delle telecomunicazioni.
Un traliccio per le antenne dei telefonini pagato coi fondi pubblici
La realizzazione del traliccio è stata promossa da Inwit, la società infrastrutturale di riferimento per le telecomunicazioni mobili in Italia.
Il progetto, cofinanziato con fondi pubblici, mira a risolvere il problema della scarsa copertura di rete in un’area rurale caratterizzata da un significativo digital divide.
Secondo quanto emerso, la mancanza di infrastrutture di comunicazione ha reso necessario un intervento straordinario per garantire un servizio essenziale alla popolazione locale.
Il Tar del Lazio ha stabilito che l’iter autorizzativo per l’installazione del traliccio è conforme alle norme vigenti.
In particolare, è stato chiarito che il Comune di Cave non poteva annullare il provvedimento di autorizzazione già tacitamente formato, poiché non sussisteva un interesse pubblico prevalente che giustificasse tale decisione.
Per il traliccio un percorso autorizzativo complesso
Il progetto è stato oggetto di un lungo iter burocratico.
Il Comune di Cave aveva affidato al SUAP della Comunità Montana – Castelli Romani e Prenestini la gestione preliminare delle istanze contro il traliccio, ma senza delegare il potere decisionale finale.
Il Tar ha chiarito che, sebbene il SUAP fosse competente a ricevere le richieste e avviare i procedimenti, l’autorizzazione finale spettava all’Amministrazione comunale.
Uno dei punti centrali della controversia riguardava la mancata pubblicizzazione dell’istanza di installazione dell’antenna, una violazione procedurale rilevata dal Comune.
Tuttavia, il Tar ha stabilito che tale mancanza non comprometteva la validità dell’autorizzazione, poiché non risultava leso alcun concreto interesse pubblico.
Gli operatori battono il Suap Monti Prenestini-Castelli Romani
Il Comune di Cave aveva cercato di bloccare il progetto sostenendo che l’antenna avrebbe comportato un aumento delle emissioni elettromagnetiche, con potenziali rischi per la salute pubblica.
Tuttavia, l’Arpa Lazio, l’ente preposto al controllo delle emissioni, aveva già espresso parere favorevole, certificando il rispetto dei limiti previsti dalla normativa.
Altre preoccupazioni sollevate riguardavano la presenza di gas radon nel territorio comunale, ma il TAR ha giudicato tali argomentazioni irrilevanti per il caso specifico.
Inoltre, errori nella descrizione urbanistica del sito indicato per l’installazione non hanno influenzato l’esito del procedimento, grazie alla chiara rappresentazione del progetto e al rispetto delle normative locali.
Una vittoria per l’innovazione
La sentenza rappresenta una svolta significativa per lo sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazione.
Il TAR ha riconosciuto che l’installazione del traliccio risponde a un interesse pubblico prioritario, garantendo un servizio essenziale in una zona altrimenti trascurata dal mercato privato.
Questa decisione pone un precedente importante per future iniziative volte a colmare il divario tecnologico in altre aree del Paese.
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