Uno dei comuni con un numero di residenti per km quadrato tra i più alti di Roma e provincia, ossia la città di Ciampino, ha respinto la richiesta di costruzione di due nuovi edifici residenziali.
È però intervenuto il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio annullando il provvedimento e imponendo all’amministrazione comunale una nuova valutazione della pratica.
La vicenda riguarda un’area in via Novara, dove quattro proprietari dei terreni avevano presentato domanda di permesso di costruire nel 2019.
Il Comune di Ciampino aveva respinto la richiesta, ritenendo necessaria la previa approvazione di un Piano Urbanistico Attuativo (PUA), strumento essenziale per garantire un’armoniosa pianificazione del territorio.
I motivi del Comune di Ciampino non piacciono al Tribunale
L’amministrazione comunale ha basato il suo rifiuto su alcuni punti chiave.
La normativa urbanistica vigente prevede che la sottozona C14 sia attuata solo tramite un PUA pubblico o privato. L’assenza di un piano attuativo impedisce qualsiasi intervento di nuova costruzione.
La pianificazione è necessaria per garantire il raccordo con l’esistente tessuto urbano e per potenziare le opere di urbanizzazione.
Non risultano individuate le aree destinate a servizi pubblici e infrastrutture, come parcheggi, strade e spazi di interesse comune.
Il ricorso dei proprietari contro il Comune di Ciampino
I ricorrenti hanno contestato il diniego del Comune, sostenendo che il loro lotto fosse già circondato da edifici esistenti e dotato di tutte le necessarie infrastrutture.
Secondo loro, imporre l’attesa dell’approvazione di un piano attuativo sarebbe stato un onere ingiustificato, poiché la zona era già urbanizzata.
Il TAR ha accolto il ricorso, evidenziando un difetto di istruttoria da parte del Comune.
Secondo i giudici, l’amministrazione non ha effettuato un’analisi adeguata della situazione concreta, limitandosi a ribadire l’obbligo del piano attuativo senza considerare il grado di urbanizzazione dell’area.
La sentenza sottolinea che, in alcuni casi, la realizzazione di un nuovo intervento può essere autorizzata anche in assenza di un PUA, a patto che la zona sia già sufficientemente urbanizzata e non necessiti di ulteriori opere infrastrutturali.
Le conseguenze della sentenza
Il Comune di Ciampino dovrà ora riesaminare la domanda di permesso di costruire, valutando in modo approfondito se le infrastrutture esistenti siano adeguate a supportare i nuovi edifici.
Dovrà inoltre motivare in modo dettagliato qualsiasi eventuale nuovo rifiuto, basandosi su un’istruttoria più approfondita.
Un nodo irrisolto nell’urbanistica locale
La vicenda evidenzia un problema più ampio nella gestione del territorio comunale.
La sottozona C14, interessata dal progetto, non ha ancora un piano attuativo dopo 18 anni dall’approvazione della variante del Piano Regolatore Generale.
La mancata pianificazione è dovuta alla difficoltà di costituire un consorzio tra i proprietari, molti dei quali hanno già ottenuto sanatorie per edificazioni abusive passate.
La sentenza del Tar, pur non imponendo direttamente il rilascio del permesso di costruire, stabilisce un principio importante: il Comune non può rifiutare in modo automatico un progetto edilizio senza una valutazione concreta delle condizioni del territorio.
Il futuro della decisione del Comune di Ciampino, dunque, resta incerto, in bilico tra la necessità di garantire uno sviluppo ordinato e le richieste di chi chiede di poter costruire su terreni già urbanizzati.
Il Comune di Ciampino, da parte sua, dovrà ora decidere se mantenere la propria posizione, motivandola meglio, oppure rivedere la sua decisione e consentire l’edificazione.
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