Tuttavia la decisione ha suscitato l’opposizione di un residente, proprietario di un appartamento adiacente, che ha contestato la legittimità dell’operazione, lamentando il disturbo arrecato dal rumore.
La questione è finita davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, che ha infine dichiarato inammissibile il ricorso.
Grottaferrata, ok del Comune al cambio di destinazione d’uso di un locale in centro
Il contenzioso ha avuto origine dalla Determina n. 240 del 17 aprile 2020, con la quale il Comune di Grottaferrata aveva confermato la conformità urbanistica della trasformazione dell’unità immobiliare di Corso del Popolo. Nella zona sono già presenti molte altre attività di ristorazione.
L’opposizione del vicino si basava principalmente sulla presunta non conformità del locale ai requisiti edilizi. In particolare per quanto riguarda l’altezza minima dei soffitti, e sugli effetti negativi legati all’inquinamento acustico.
Già in passato vi erano stati ricorsi legali in merito alla vicenda, culminati in una sentenza del Consiglio di Stato che aveva annullato una precedente decisione del TAR.
In seguito il Comune di Grottaferrata ha riesaminato la questione, giungendo nuovamente alla conclusione che il cambio di destinazione d’uso fosse conforme alle normative vigenti.
Per il vicino, il locale crea: “troppo rumore”
Il ricorrente, tuttavia, ha insistito sulla sua opposizione, sottolineando come l’attività di ristorazione generasse un disagio concreto e continuo.
Il TAR ha ritenuto che l’interesse del vicino a impugnare la decisione fosse privo di fondamento giuridico, in quanto il cambio di destinazione d’uso non implica necessariamente l’insorgere di un danno immediato e diretto.
Il giudice ha inoltre evidenziato che la trasformazione dell’immobile in locale commerciale non determina in modo univoco il suo utilizzo come ristorante, essendo possibile destinarlo ad altre attività compatibili con la nuova classificazione.
Un altro punto centrale della sentenza riguarda la questione del rumore.
Secondo il TAR il ricorrente avrebbe potuto contestare direttamente la licenza di somministrazione di alimenti e bevande nel caso in cui l’attività del ristorante non rispettasse i limiti di inquinamento acustico previsti dalla legge.
Inoltre la problematica del rumore non deriva direttamente dalla modifica della destinazione d’uso, ma dall’effettiva gestione dell’attività commerciale, che può essere regolata con strumenti idonei di insonorizzazione.
Con questa decisione il Tribunale ha posto fine alla disputa amministrativa, confermando la legittimità dell’intervento del Comune di Grottaferrata.
La sentenza stabilisce un precedente importante sulla necessità di dimostrare un danno diretto e concreto per impugnare provvedimenti edilizi di questo tipo.
Nel frattempo il locale potrà continuare la sua attività, mentre il proprietario dell’appartamento adiacente dovrà valutare altre strade per tutelare il proprio diritto alla tranquillità.
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