La donna si era rivolta al Tribunale Amministrativo Regionale e aveva ottenuto vittoria, potendo restare in quella casa insieme ai figli.
L’Arma dei Carabinieri ha provato ad opporsi a tale decisione ricorrendo al Consiglio di Stato. Niente da fare, però: il Consiglio di Stato si è dichiarato incompetente in materia e quindi la donna non dovrà traslocare.
La storia dell’alloggio di servizio ad Ardea
Il Comando Legione Carabinieri Lazio ha avviato nel 2020 il recupero, in via amministrativa, dell’alloggio di servizio assegnato nel complesso della Caserma di Ardea a un graduato dell’Arma. Questi infatti era stato trasferito ad altro incarico e località.
Il carabiniere aveva adibito in precedenza l’alloggio a residenza della propria famiglia, composta da due figli minori e dalla moglie. Nel frattempo però si era separato legalmente davanti al Tribunale di Velletri.
Il giudice, con provvedimenti risalenti al 2017, aveva disposto che i minori rimanessero con la madre nell’abitazione coniugale costituita appunto dall’alloggio di servizio nella caserma dei Carabinieri di Ardea.
Nel giugno 2020, il Comando ha intimato alla moglie separata del Graduato di sgomberare l’immobile, lei e i figli, perché occupato “senza titolo”. A quel punto la donna si è rivolta al Tar.
La decisione del Tar
Il Tar ha dato ragione alla donna: il titolo ad occupare l’alloggio di servizio sussiste.
«È evidente invece come un titolo sussista e sia idoneo a paralizzare il tentato recupero dell’immobile attraverso l’esercizio di poteri amministrativi direttamente esecutori», spiega il tribunale amministrativo.
«Il titolo è infatti rappresentato dal provvedimento giudiziale, prima provvisoriamente esecutivo e poi consolidato (nel 2021) in una sentenza, con il quale il Tribunale di Velletri nell’ambito del giudizio di separazione legale ha disposto l’assegnazione alla sig.ra -OMISSIS- dell’alloggio di servizio, quale casa coniugale nella quale si era realizzata l’aggregazione della famiglia, avendo, tra l’altro, in motivazione ritenuto espressamente prevalente l’interesse dei figli minori su quello pubblicistico al recupero del bene».
Dunque nessuno potrà mandare via la donna e i due figli dall’alloggio pagato dallo Stato.
«Resta salva la vigilanza dell’Amministrazione sulla persistente destinazione dell’immobile a casa familiare a tutela dei figli minori non economicamente indipendenti e, quindi, il potere della stessa di chiedere e ottenerne il rilascio quando tale destinazione dovesse cessare».
Il ricorso al Consiglio di Stato
L’Arma dei Carabinieri ha fatto ricorso al Consiglio di Stato, ma senza esito. Il Consiglio dio Stato infatti si è dichiarato incompetente in materia.
Per il Consiglio di Stato l’Arma dei Carabinieri si sarebbe dovuta rivolgere al Tribunale di Velletri per ottenere giustizia.
La donna e i figli restano dunque dove sono, nell’alloggio di servizio ad Ardea.
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