Il Tribunale di Latina ha disposto il giudizio immediato per lui e gli altri 19 coinvolti nell’inchiesta “Assedio“.
L’ inchiesta che provocò un terremoto giudiziario e politico in città, anche con la caduta del Consiglio comunale.
Via al processo contro l’ex sindaco di Aprilia e altri 19 imputati
L’impianto accusatorio della Procura della Repubblica ha dunque retto all’esame delle varie corti. La prima udienza è stata fissata al 10 giugno 2025.
Insieme a Principi, a giudizio ci sono anche:
Luca De Luca, Marco Antolini, Ivan Casentini, Luigi Morra, Antonino Ziino, Nabil Salami, Yesenia Forniti, Riccardo detto Roberto Venditti, Sergio Gangemi, Simone Amarilli, Sergio Caddeo, Antonio Fusco, Massimo Picone, Matteo Aitorio, Gianluca Vinci, Gianluca Mangiapelo, Gianluca Micheli, Gianluca Ambrosini e Giulia de Rosa.
Non c’è Patrizio Forniti, il “capo dei capi” secondo quanto riferiva lo stesso ex sindaco: l’uomo è ancora latitante.
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La mafia ad Aprilia c’è: lo dice la Cassazione
Secondo i giudici della Corte di Cassazione:
“Ad Aprilia agiva un’associazione in grado di agire sul territorio con autonoma capacità di intimidazione (…) assumendo i caratteri propri dell’associazione mafiosa”.
Si legge nella sentenza con cui è stata respinta la richiesta di scarcerazione di un indagato:
il Tribunale “ha ampiamente e logicamente motivato in merito alla sussistenza della contestata associazione alla quale l’indagato è accusato di partecipare, nonché al suo carattere mafioso”,
Si legge ancora:
l’ordinanza del 3 luglio “ha valorizzato una serie di conversazioni oggetto di intercettazione dal cui contenuto ha desunto in maniera tutt’altro che illogica l’esistenza del vincolo associativo e la coscienza dei conversanti di appartenere ad un sodalizio dotato di una riconoscibile identità e apparato organizzativo”.
La strategia dell’associazione
Scrivono ancora i giudici di Cassazione:
“L’ordinanza impugnata ha dimostrato di aver fatto buon governo di questi consolidati principi”.
I giudici parlano di:
“strategia più ampia dell’associazione di contenere nella fase attuale le reazioni violente non strettamente necessarie e idonee a turbare l’oramai consolidato controllo esercitato su Aprilia dall’associazione”.
“Ciò che però rileva è la certificazione della tendenza dei suoi appartenenti al ricorso a metodi tipicamente mafiosi per riaffermare il proprio prestigio”, concludono.
Ricordiamo che per tutti gli imputati vige la presunzione di innocenza fino a che tutti i gradi di giudizio non ne abbiano eventualmente riconosciuto la colpevolezza.