Il bacino viene utilizzato quotidianamente da Acea per rifornire di acqua potabile a dieci comuni dei Castelli Romani, contribuendo a un progressivo abbassamento che mette in allarme esperti e cittadini.
Ad essere rifornite non sono solo Albano, Ariccia e Castel Gandolfo, come noto da tempo, ma anche Frascati, Rocca Priora, Monte Porzio, Montecompatri, Zagarolo, Colonna e Palestrina, come da noi rivelato di recente.
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Ad annunciare l’ulteriore calo idrico anche tra gennaio a febbraio, due mesi invernali in cui l’acqua dovrebbe salire, è l’Associazione ‘Grottaferrata Sostenibile’, guidata da Giancarlo Della Monica, delegato alla Sostenibilità del comune di Grottaferrata.
Lago Albano, “sparite” le misurazioni ufficiali
Silenzio assoluto, invece, dall’Autorità di Bacino dell’Italia Centrale che aveva iniziato a settembre del 2023 la misurazione del livello del lago, fornendo anche i dati al pubblico attraverso il proprio sito internet.
Le misurazioni erano quindi state interrotte (o perlomeno la loro pubblicazione) a settembre del 2024. Ora le pagine del sito non sono proprio più accessibili.
Sarebbe utile sapere cosa ne pensano oggi le numerose autorità intervenute allora, a quella inaugurazione in pompa magna.
Erano presenti allora Sindaci, Senatori, Deputati, Assessori e Consiglieri regionali, Alti dirigenti di importanti Enti,…
Per leggere i nomi dei presenti all’inaugurazione dell’impianto di misurazione del livello del Lago Albano, di cui oggi non si ha più notizia, CLICCA QUI.
Lago Albano, l’acqua cala anche a gennaio e febbraio
“Abbiamo rilevato – scrive Grottaferrata Sostenibile sui suoi canali social – un modesto abbassamento del livello, nelle due misurazioni precedenti il livello era rimasto stabile, si può quindi affermare che negli ultimi 25 giorni il lago ha perso solo 5 mm.
Quantomeno lo spaventoso abbassamento in atto da oltre un anno sembra si sia arrestato. Ma siamo già a febbraio ed abbiamo poco più di tre mesi per cercare di recuperare prima di affrontare la stagione torrida dove la forte evaporazione e l’aumento vertiginoso della richiesta di acqua metteranno a dura prova le riserve idriche dell’intera Falda.
È probabile che qualche provvedimento di quelli messi in agenda dall’AUBAC ed illustrati nel convegno dello scorso dicembre sia stato messo in atto, ma c’è ancora tantissimo da fare, speriamo bene”.
Un ecosistema in pericolo
Oltre alla riduzione del livello idrico, il lago mostra segni di deterioramento ecologico.
La comparsa anticipata dell’alga rossa, solitamente visibile tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, indica un possibile peggioramento della qualità delle acque.
Questo fenomeno, legato a squilibri ambientali e climatici, potrebbe aggravare ulteriormente la situazione dell’ecosistema lacustre.
Il ruolo di Acea: prelievo per dissetare 10 città dei castelli
L’acqua del Lago Albano, come anzidetto, viene utilizzata da Acea non solo per rifornire Albano, Ariccia e Castel Gandolfo. Ma anche Frascati, Rocca Priora, Monte Porzio, Montecompatri, Zagarolo, Colonna e Palestrina.
Il prelievo avviene attraverso un pozzo situato sulle rive del lago, con l’acqua convogliata nel lago della Doganella e poi distribuita nei vari comuni.
La crescente profondità dei pozzi locali, necessaria per attingere all’acqua sotterranea, comporta un ulteriore rischio: il contatto con elementi chimici nocivi.
Per questo motivo l’acqua prelevata viene miscelata con quella più pura del Lago Albano. Innescando un circolo vizioso che mette a dura prova le riserve idriche del bacino.
L’Autorità di Bacino fa scena muta: ma perchè?
Le misurazioni ufficiali dell’Autorità di Bacino dell’Italia Centrale, che ha installato al lago Albano un teleidrometro per monitorare il livello delle acque, sono ferme da cinque mesi, ma i dati raccolti dalle associazioni indicano un trend preoccupante.
Questo blackout informativo ostacola il monitoraggio della situazione, lasciando incertezza sugli effettivi livelli di abbassamento del lago. Il mancato funzionamento dello strumento, inaugurato con grande entusiasmo poco più di un anno fa, evidenzia la scarsa attenzione delle istituzioni verso un problema sempre più urgente.
Urbanizzazione e sprechi d’acqua
Tra le cause principali della crisi idrica del Lago Albano vi è l’aumento della popolazione e la conseguente urbanizzazione della zona dei Castelli Romani.
Nuove costruzioni e infrastrutture incrementano il consumo di acqua, mentre la mancanza di una pianificazione sostenibile aggrava il problema.
A questo si aggiunge la presenza di numerosi pozzi non regolamentati, utilizzati per scopi agricoli e industriali, che sottraggono ulteriori risorse al bacino.
Inoltre, la rete idrica della zona è obsoleta e caratterizzata da perdite significative, contribuendo allo spreco di una risorsa già limitata.
Quale futuro per il Lago Albano?
Se la situazione non verrà affrontata con misure concrete, il rischio di un ulteriore abbassamento del livello idrico diventerà inevitabile.
Le soluzioni esistono: il censimento dei prelievi, l’ammodernamento delle infrastrutture idriche e una politica urbanistica sostenibile potrebbero rappresentare un primo passo verso la salvaguardia del Lago Albano.
Ma serve un impegno collettivo e, soprattutto, un intervento immediato per evitare che il bacino si prosciughi irrimediabilmente.
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