Si tratta di un riconoscimento storico che incorona Roma come la più grande amministrazione locale ad aver raggiunto tale obiettivo.
Un primo passo verso un rimodellamento del tessuto sociale e lavorativo, che segna l’inizio di un percorso verso l’uguaglianza e l’inclusione.
Il traguardo è stato raggiunto dopo due anni di trattative, e sancisce un percorso che è il risultato ultimo di sette fasi di lavoro.
Il percorso per la Certificazione della parità di genere a Roma Capitale
Il progetto di inclusione ha coinvolto tutti i principali dipartimenti: Dipartimenti Pari Opportunità, Risorse Umane, Trasformazione Digitale e Comunicazione Istituzionale.
Non sono mancati all’appello, il Comitato Unico di Garanzia (CUG), inclusi NexumSTP S.p.A. con il supporto di RINA Service S.p.A.
Il processo per la Certificazione della parità di genere è iniziato analizzando la situazione lavorativa interna e visionando le politiche di gestione del personale.
L’obiettivo del progetto poi concluso è ovviamente quello di adottare strumenti atti a garantire equità retributiva tra donne e uomini.
Tra i nodi nevralgici del problema c’è anche quello di aumentare le posizioni di leadership femminili e facilitarne l’accesso.
Uno dei punti fondamentali è garantire una maggiore conciliazione vita-lavoro, per quelle donne che sono sia madri che lavoratrici.
I dati sul lavoro femminile
In Italia, i numeri sulla condizione lavorativa femminile parlano chiaro.
Il quadro generale ci pone di fronte a due problemi fondamentali: quello della leadership, presente in percentuale maggiore nei colleghi maschi e quella della conciliazione tra lavoro e maternità.
Dai dati presentati dal Campidoglio emerge che solo il 34% delle dirigenti sono donne, a fronte di un 72% di dipendenti femminili.
Le richieste di lavoro part-time derivano principalmente dalla categoria femminile e si attestano a quota 66%.
Un dato importante, che mette in luce come l’esigenza di mettere in atto delle politiche più efficaci che possano venire incontro alle necessità della casa e del lavoro, siano ancora urgenti.
Per quanto riguarda il divario retributivo di genere non è emersa nessuna apicale differenza.
Ad essere ancora impattante è invece la sotto-rappresentazione delle donne nei ruoli di vertice.
Afferma Monica Lucarelli, Assessora alle Attività Produttive e Pari Opportunità di Roma Capitale: “Se vogliamo superare il glass ceiling che impedisce alle donne di raggiungere i vertici, dobbiamo partire da questi numeri.
La certificazione non è un punto d’arrivo, ma un punto di partenza per costruire una leadership più inclusiva e garantire a tutte le lavoratrici pari opportunità di crescita”.
Le prime riforme messe in atto da Roma Capitale sul fronte della parità di genere
Con il raggiungimento di questo traguardo, Roma è diventata un simbolo di inclusività sul fronte nazionale ma anche europeo.
La Capitale è presto passata dalle parole ai fatti concreti in poco tempo.
Tra le riforme che sono state messe in atto a seguito della Certificazione della parità di genere, ci sono la riforma dei bandi di concorso per garantire assunzioni più inclusive; la formazione specifica su leadership femminile e la lotta contro gli stereotipi di genere.
In aggiunta, il rafforzamento dello smart working e l’introduzione di misure di welfare aziendale per favorire l’equilibrio tra vita lavorativa e privata, oltre a un monitoraggio continuo delle opportunità di carriera e delle retribuzioni per una crescita equa.
La certificazione: un punto di partenza, non di arrivo
L’Assessora alle Attività Produttive e Pari Opportunità, Monica Lucarelli, ha commentato così il risultato ottenuto: “Questa certificazione è un punto di partenza, non di arrivo.
In questi due anni, tre delle nostre partecipate hanno già ottenuto la certificazione, segno che il cambiamento è reale e condiviso e che l’impegno prosegue”.
Conclude il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri: “La certificazione della parità di genere è il risultato di un lungo lavoro, frutto di un impegno costante e di una visione che mette al centro l’inclusione e le pari opportunità.
Vogliamo costruire una città più giusta perché ogni persona, a prescindere dal genere, deve avere le stesse opportunità di crescita e di realizzazione.
Roma oggi ottiene un risultato importante, che tuttavia rappresenta solamente il primo passo di un percorso più ampio, che mira a fare della Capitale un modello nazionale ed europeo di equità e sostenibilità sociale”.
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