Le domande di interesse dovranno essere presentate entro l’11 Marzo, ma intanto le proteste per ciò che rappresenta questo bando da quasi mezzo milione, non hanno tardato a farsi sentire.
<p”>L’obiettivo del bando è coinvolgere più Enti possibili nella progettazione di attività formative e iniziative nelle scuole secondarie di I grado.
I temi caldi che verranno affrontati, saranno la discriminazione su genere, orientamento sessuale e la violenza contro le donne.
Il progetto verrà realizzato all’interno di 15 Istituti scolastici di riferimento per gli anni scolastici 2024-2025 e 2025-2026.
L’obiettivo è rieducare giovani all’educazione affettiva, prevenendo approcci violenti e sensibilizzando a ogni tipo di discriminazione.
L’educazione affettiva nelle scuole
Il bando è rivolto a tutte le scuole di Roma e le attività di sensibilizzazione si svolgeranno principalmente durante l’orario scolastico.
Integrazione, inclusione, cultura delle pari opportunità, educazione emotiva e rifiuto della violenza di genere sia nel mondo reale che in quello virtuale, saranno i pilastri di questa nuova disciplina.
Si tratta di tematiche sempre più centrali per i giovani, che sentono sempre di più la necessità di condividerle.
L’assessora alla Scuola, formazione e lavoro di Roma Capitale Claudia Pratelli ha commentato così il nuovo bando del Comune di Roma:
“In queste ore abbiamo appreso di altri femminicidi e atti di violenza tra giovanissimi, proprio alle porte della nostra città.
Sono eventi drammatici che rafforzano la convinzione della scelta fatta e del metodo con cui siamo arrivati a definire questo intervento: condivisione, confronto e coinvolgimento di tutti gli attori del processo educativo”.
Come sottolinea l’Assessore Pratelli, è proprio la condivisione di queste tematiche tra i giovani che è la chiave con cui il Comune di Roma intende dare risposte alla crescente domanda di supporto sui temi dell’affettività e delle relazioni.
Le polemiche sull’ideologia gender
Se da un lato l’introduzione dell’educazione affettiva nelle scuole, fa rima con inclusione e autoconsapevolezza emotiva, dall’altro lato l’iniziativa ha lasciato una scia di proteste e discussioni accese.
Per il partito Pro Vita & Famiglia il dialogo che il Comune di Roma vorrebbe instaurare con i giovani per combattere le discriminazioni, sarebbe solamente il frutto di un’ “ideologia gender”.
Ancora prima che il progetto venisse approvato, l’associazione aveva scritto con un post su Facebook che “le associazioni Lgbt+ e i collettivi trans-femministi potrebbero insegnare ai nostri figli a cambiare sesso o a credere che esistano infiniti generi”.
L’Agenzia Ansa ha riportato anche le dichiarazioni della Lega “Uno spreco di denaro pubblico per imporre una visione ideologica: si vogliono sostituire alle famiglie”. Fratelli d’Italia chiede che venga introdotto il consenso dei genitori per frequentare i corsi.
Di tutte queste dichiarazioni, però, non siamo riusciti a rintracciare la firma, ovvero quale sia l’appartenente al partito che le abbia rilasciate.
I femminicidi e l’educazione affettiva
Il progetto rimane invece per adesso ben definito e ben voluto dall’amministrazione capitolina.
La coordinatrice dell’ufficio capitolino Diritti Lgbt+ Marilena Grassadonia ha detto:
“È la scuola il primo luogo in cui promuovere un’educazione all’affettività e alle differenze, che sia veicolo laico di quella cultura del consenso che è elemento imprescindibile per la costruzione di relazioni sane e condivise”.
Come spiega Grassadonia, a fronte dei recenti avvenimenti e dei femminicidi sempre più frequenti, affrontare temi come la discriminazione e la violenza di genere, oltre che dell’orientamento sessuale, ci restituisce una responsabilità importante.
“Ancora ad oggi, nelle scuole manca un’educazione sessuo-affettiva. E questo, nonostante ce ne sia ancora un estremo bisogno”.
Proprio per questo motivo ogni passo in questa direzione è un seme piantato per un futuro più giusto.
Una futuro, in cui le nuove generazioni possano crescere libere da pregiudizi e violenze, costruendo relazioni sane e basate sulla comprensione reciproca.
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