Ma attenzione: ora che l’edificio – o quel che resta – è di proprietà comunale, l’amministrazione ha preso una decisione importante che sarà formalizzata nelle prossime settimane.
Il Comune di Latina ha inserito il Palazzo Key nel programma di valorizzazione frutto dell’accordo tra Demanio e Comune. In sostanza, da quando la Corte di Cassazione ha reso definitiva la confisca dell’immobile, una vera ferita del panorama di Latina, il Comune doveva decidere se demolirlo o invece ristrutturarlo. Ora la decisione è stata presa.
L’accordo
Il Comune non demolirà il grattacelo, ma lo ristrutturerà. Come? Il recupero dell’edificio sarà frutto di un accordo con l’Agenzia del Demanio, che finanzierà i lavori e poi utilizzerà quegli spazi.
Questo permetterà al Demanio di risparmiare sugli affitti passivi, che oggi pesano per circa 3 milioni di euro annui, soprattutto per le sedi giudiziarie.
Il Comune a sua volta potrà accedere gratuitamente alle risorse progettuali del Demanio per ristrutturare e riqualificare altri immobili di proprietà pubblica.
Per decenni il Palazzo Key è stato il simbolo (involontario e sgradito) di Latina. Uno scheletro di 13 piani, che si erge in compagnia del (più basso) campanile di San Marco in centro città.
Visibile da ovunque, simbolo di tutto ciò che Latina non è riuscita a diventare, dell’incapacità o impossibilità di decidere cosa farne. Oscurato poi, solo in parte, dalla moderna Torre Pontina, alta 3 volte il palazzo Key.
Palazzo Key è oggi protagonista di una storia che sembra avere una svolta.
La Corte di Cassazione ha stabilito la confisca definitiva del Palazzo Key, il monumento al degrado che svetta a pochi passi dalla cattedrale di San Marco e che deturpa l’intero panorama della città.
Breve storia del Palazzo Key di Latina
Il Palazzo Key fu fatto edificare a Latina nel 1966 dalla famiglia Cucchiarelli. Il progettista fu l’architetto Vittorio D’Erme, i lavori ad opera della impresa di Costruzioni Sante Palumbo.
È una torre di 13 piani alta 42 metri (la Torre Pontina è alta 128 metri). Ha ospitato attività commerciali, in particolare un negozio-esposizione di mobili, fino al 1981. Da lì cominciò il declino.
In più di quarant’anni è passato attraverso un continuo e inesorabile decadimento, che ha comportato lo smontaggio delle pareti che erano diventate pericolose.
Coinvolto in una serie di vicende giudiziarie, è stato cruccio costante di tutte le amministrazioni che si sono succedute dagli anni ‘80 ad oggi.
Più volte si è pensato alla ristrutturazione e altrettante volte allo smantellamento.
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