La sentenza, emessa il 14 febbraio 2025, ha accolto il ricorso presentato dal proprietario del terreno, segnando un clamoroso ribaltamento della vicenda.
Marino, il Comune chiude l’ufficio sull’Appia Nuova
Tutto ha avuto inizio nel novembre del 2018, quando la Polizia Locale e l’Ufficio Tecnico Comunale di Marino hanno effettuato un sopralluogo su un terreno privato situato lungo l’Appia Nuova, riscontrando la presenza di quattro strutture ritenute abusive.
Tra queste, due prefabbricati in legno destinati a ufficio e magazzino, un container adibito a ufficio e un gazebo in ferro con copertura in PVC.
Il Comune di Marino, ritenendo che tali opere fossero state realizzate senza le necessarie autorizzazioni, ha avviato il procedimento amministrativo che ha portato, il 24 novembre 2018, ad un’ordinanza di demolizione.
Il provvedimento imponeva al proprietario la rimozione delle strutture e il ripristino dello stato originario dei luoghi.
Il ricorso e il ribaltone legale
Il destinatario dell’ordinanza ha impugnato il provvedimento davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, contestando l’operato dell’amministrazione comunale sotto diversi profili.
In particolare, ha evidenziato la mancata concessione di una proroga per la presentazione delle proprie osservazioni, nonostante ne avesse fatto richiesta entro i termini previsti dalla legge.
Il ricorrente ha inoltre sottolineato che uno dei manufatti, il prefabbricato in lamiera, era già stato oggetto di sanatoria nel 2015.
Il Comune di Marino si è costituito in giudizio, ma senza presentare una difesa articolata, limitandosi a depositare una difesa formale ma non sostanziale. Un aspetto che potrebbe aver influito sull’esito della sentenza.
La decisione del Tribunale
Esaminata la documentazione e ascoltate le parti, il TAR ha ritenuto fondato il ricorso.
Il punto centrale della sentenza riguarda la violazione delle garanzie giudiziarie: l’amministrazione comunale ha emesso l’ordinanza di demolizione senza attendere la scadenza dei termini concessi al privato per presentare le proprie memorie difensive.
Il Tribunale ha sottolineato come la mancata concessione della proroga, senza alcuna motivazione, abbia leso il diritto del ricorrente a partecipare al procedimento in modo pieno ed efficace.
Inoltre, il TAR ha riconosciuto che l’esistenza di una sanatoria per uno dei manufatti avrebbe potuto incidere sulle valutazioni amministrative, se fosse stata adeguatamente considerata.
Per queste ragioni, il TAR ha annullato l’ordinanza di demolizione, ordinando al Comune di Marino di riavviare l’istruttoria, questa volta nel rispetto delle procedure.
Le conseguenze della sentenza
La decisione del Tribunale rappresenta una battuta d’arresto per l’amministrazione comunale, che dovrà ora rivedere il proprio operato e riprendere l’iter procedurale da capo.
La vicenda, oltre a sollevare dubbi sull’efficacia dei controlli e sulla gestione burocratica delle pratiche edilizie, potrebbe avere ripercussioni su altri procedimenti simili avviati nel territorio.
Resta da vedere quale sarà la prossima mossa del Comune, che potrà decidere di impugnare la sentenza o di riaprire l’istruttoria tenendo conto delle indicazioni fornite dal Tar. Nel frattempo, il proprietario del terreno ha ottenuto un’importante vittoria, che gli consente di mantenere le strutture esistenti almeno fino a nuove determinazioni da parte dell’amministrazione o giudiziarie.
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