Una tragedia nemmeno minimamente pensabile fino a pochi giorni fa.
Hanno raccontato a Il Caffè la loro storia dall’inizio per restituire un ritratto di Sebastiano, la corsa contro il tempo e per ringraziare quanti si stanno prodigando per la loro causa.
Chi è Sebastiano
Sebastiano è un bambino meraviglioso, ha otto anni, i capelli folti e biondi, un fisico asciutto, energia da vendere. Un animo molto buono, saggio e maturo per la sua età.
Si preoccupa per ogni cosa, vorrebbe controllare tutto. Gli piacciono tanto le pietre, ha una bellissima collezione di tesori luccicanti, di cui conosce bene le caratteristiche. Gli piace giocare ad UNO e ad altri giochi di carte, suona e canta insieme al papà. Ama i giocattoli fatti a maglia, con cui intesse storie e racconti fantastici.
D’improvviso la malattia
Da un paio di mesi a turbare la sua serenità di bambino, frequenti e acuti mal di testa. Fino a domenica 9 febbraio, quando lo sorprende un episodio simile ad una sincope: non risponde agli stimoli né si muove. È folle corsa al pronto soccorso del Nuovo Ospedale dei Castelli. Sebastiano si riprende, ma, dopo alcuni accertamenti e con l’intenzione di dimetterlo, sorge una nuova crisi.
Dalla successiva visita neurologica, compaiono dei segni sospetti. Dopo una tac, Sebastiano, Monia e Francesco salgono su un’ambulanza diretta al Bambin Gesù.
La terribile sentenza
Lunedì 11 febbraio il piccolo si sottopone a una risonanza magnetica di un’ora e mezza in anestesia totale. L’indomani, la diagnosi: glioma intrinseco del ponte, una neoplasia inoperabile e aggressiva che, nonostante radio e chemioterapia, concede solo pochi mesi di vita.
Il tempo perde e acquista un senso tutto nuovo.
Per la medicina ufficiale non ci sono protocolli che curino. Ma l’amore di un padre e di una madre non accetta un no come risposta.
Monia e Francesco sono disposti a tutto. Inizia per loro un calvario di telefonate, spostamenti, ricoveri e visite. Considerano ogni alternativa, sia pure esterna al Servizio Sanitario Nazionale.
Sebastiano e la paura di morire
Sebastiano inizia a comprendere. Parla di “paura di morire”. Una sensazione che, neanche lontanamente, dovrebbe accarezzare la mente di un fanciullo. Dorme tanto, non riesce a tenere la testa dritta, vede doppio, spesso vomita e ha nausea.
Nonostante tutto, appena le forze glielo concedono, si alza e gioca con gli amichetti che a turno lo vanno a trovare.
La trafila inizia ad avere un costo considerevole. Monia e Francesco sentono il bisogno di chiedere aiuto e martedì 18 febbraio aprono su una piattaforma online una raccolta fondi per 100.000 euro.
Il crowdfounding per Sebastiano
Nel giro di poche ore un’ondata di generosità li investe e sorprende, riscaldandoli come un grande abbraccio. La notizia fa il giro d’Italia e la soglia del crowdfunding per Sebastiano è innalzata a 150.000.
Dicono:
“Siamo nel buco più profondo della terra, ma vogliamo avere la speranza di arrivare sulla luna, se necessario.
Ringraziamo di cuore chiunque abbia voluto sperare con noi per la vita, vorremmo essere in grado di realizzare l’impossibile.
Forse alcune donazioni ci hanno commosso più di altre, proprio perché fatte da genitori nella stessa situazione, nella sofferenza e senza speranza.
Siamo grati a tutti coloro che hanno uno sguardo di luce verso Sebastiano”.
Anche il mondo spirituale si attiva, da voci e credo diversi: tutti uniti per infondere energia positiva verso Sebastiano.
Da quello sportivo, il Cisterna Volley fa immediatamente eco alla notizia.
Gli insegnanti, il personale, gli alunni e le famiglie de La Chiave d’Oro, la scuola di Sebastiano, sostengono quotidianamente i suoi genitori.
Scene di profonda umanità li travolgono, anche nei modi più inaspettati. Un pomeriggio, un corriere consegna un pacco di medicine a papà Francesco e si scioglie in un sincero abbraccio, confidandogli di essere in pensiero.
Al momento, il crowdfunding per Sebastiano ha raggiunto la somma di 130.000.
È abbastanza ovvio pronosticare che di soldi ne serviranno ben oltre l’attuale obiettivo del crowdfunding e che quindi la raccolta proseguirà anche oltre gli attuali livelli. Molte voci inerenti le cure non sono coperte dal Sistema Sanitario Nazionale e i genitori da soli non ce la possono fare.
Noi non facciamo appelli alla donazione, ma lasciamo solo l’informazione per chi volesse saperne di più.
Per informazioni sul crowdfunding per Sebastiano: CLICCA QUI
Aver raccolto tanta solidarietà e tanti i soldi è, per quanto nobile, il desiderio più piccolo di Monia e Francesco, che possono così aiutare meglio il loro bambino. Quello più grande è racchiuso in un miracolo.
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