Il Comune di Ardea nel 2019 gli ha intimato di demolire e gli ha fatto anche una maxi multa per l’abuso edilizio.
La questione è stata portata davanti a un giudice amministrativo.
L’abuso edilizio sul terreno comunale di Ardea va demolito
Il proprietario ha contestato il fatto che il responsabile dell’abuso edilizio sul terreno di Ardea non era lui, ma chi prima di lui aveva realizzato quel manufatto, consistente in “una struttura in alluminio anodizzato imbullonata a terra, avente una superficie di 28 mq”.
Ma il giudice è stato chiaro: se c’è un abuso, il responsabile è il proprietario, a prescindere da chi l’abbia costruito. L’ordine di demolizione resta dunque valido.
E che si tratti di un vero e proprio abuso edilizio è la legge stessa a stabilirlo: “Tale configurazione (la struttura bullonata a terra, ndr) si discosta dalla nozione di “pergotenda” elaborata dalla giurisprudenza, che concerne strutture leggere e prive di rilevanza volumetrica”, si legge nella sentenza.
Non solo: “Inoltre, l’area interessata è soggetta a vincolo paesaggistico, per cui qualsiasi intervento edilizio è subordinato a specifica autorizzazione. La mancanza di tale titolo giustifica l’adozione dell’ordinanza impugnata”.
Ma niente multa
Discorso diverso dalla multa che il Comune di Ardea aveva comminato al proprietario dell’immobile abusivo, che deve essere cancellata.
“Pur consapevole della sussistenza di orientamenti contrastanti in giurisprudenza, nel rispetto del principio di legalità, il Collegio ritiene che la sanzione pecuniaria non possa essere applicata agli abusi edilizi su suolo pubblico”, scrive il giudice sempre nella sentenza.
“L’ordinanza impugnata deve dunque essere annullata nella parte in cui prevede l’irrogazione della sanzione pecuniaria”.
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