Opere che ora dovranno essere eliminate entro 90 giorni. L’ordinanza di fatto chiude definitivamente ogni ipotesi di recupero della struttura.
Castel Gandolfo, da parco giochi a strutture abusive
L’area è stata per anni al centro di una lunga vicenda burocratica e legale. È stata dichiarata di proprietà comunale nel 2016, a seguito dell’inottemperanza a un’ordinanza di demolizione risalente al 2000.
Inizialmente era destinata a ospitare un parco giochi. La zona poi si è trasformata nel tempo in un insieme di strutture abusive che hanno violato sia le normative edilizie sia i vincoli paesaggistici imposti per la tutela del lago Albano.
Una lunga battaglia legale tra Comune e privato
Già nel 2000 il Comune di Castel Gandolfo aveva ordinato la demolizione di alcune opere realizzate senza permessi, tra cui terrazzamenti, un piccolo manufatto in legno e una pavimentazione in cemento.
Nonostante l’ordine di demolizione, le strutture non vennero però rimosse. Così nel 2016 venne formalizzata l’acquisizione dell’area al patrimonio comunale.
Nel corso degli anni, i proprietari avevano presentato diverse richieste di sanatoria per cercare di legalizzare le opere esistenti, ma tutte erano state respinte.
Nel gennaio 2025 è arrivato l’ennesimo diniego da parte dell’amministrazione comunale, che ha ribadito l’impossibilità di concedere un permesso di costruire in un’area sottoposta a rigide norme di tutela ambientale.
L’ordinanza di demolizione di Castel Gandolfo
Il nuovo provvedimento del Comune di Castel Gandolfo, emesso a febbraio 2025, ha sancito la demolizione immediata di ulteriori strutture abusive riscontrate durante un recente sopralluogo con la Polizia locale.
Tra queste figurano quattro tettoie di grandi dimensioni, un prefabbricato, una casetta in lamiera e un lungo muro di contenimento del terreno.

Le opere ritenute abusive dal Comune di Castel Gandolfo
L’elenco delle opere contestate e formato da 7 punti:
1. tettoia 1, con superficie pari a mq 53 circa;
2. tettoia 2 (pergola), superficie pari a mq 23 circa;
3. tettoia 3, superficie pari a mq 107 circa;
4. tettoia 4, superficie pari a mq 158 circa;
5. casetta in lamiera (accanto alla tettoia 1), superficie pari a mq 13 circa;
6. prefabbricato (accanto alla tettoia 4), superficie pari a mq 7,50 circa;
7. muro (a sostegno del terreno), lunghezza pari a m 56 circa e altezza massima pari a m 1,58
circa.
L’area in questione ricade in una zona di alto valore paesaggistico e archeologico, vincolata da normative nazionali e regionali. Oltre a essere parte del Parco Regionale dei Castelli Romani, il terreno si trova in una fascia protetta di 150 metri dalla linea di battigia del lago. In questa fascia vige un divieto assoluto di edificazione.
Tutela del paesaggio del lago Albano
Il Comune di Castel Gandolfo ha giustificato la decisione con la necessità di preservare l’integrità dell’area.
Vanno eliminati i manufatti abusivi che deturpano il paesaggio e violano le disposizioni di tutela ambientale. L’ordinanza impone ai proprietari di procedere alla demolizione a proprie spese entro un termine stabilito, pena l’intervento diretto del Comune con addebito dei costi.

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