A presentare una interrogazione al Ministero della Giustizia è stata la deputata del Movimento Cinque Stelle, Stefania Ascari.
La deputata ha portato all’attenzione del Ministro il caso di una sposa bambina di 13 anni rimasta incinta a Latina e portata in una struttura pubblica per le procedure cliniche necessarie a seguito di un aborto spontaneo. Struttura che non segnala alle autorità competenti il caso. I rapporti sessuali su una 13enne si considerano infatti violenza.
L’interrogazione al Ministro della Giustizia sul caso della sposa bambina
La delicata vicenda della sposa bambina è emerso nell’ambito dell’indagine di Procura e Carabinieri rispetto ai traffici di droga di Ferdinando “Gianni” Di Silvio e sua moglie Laura De Rosa.
La deputata M5S ha chiesto al Ministro della Giustizia “quali misure di tutela siano state adottate nei confronti della minore coinvolta e se sia stato attivato un percorso di protezione da parte dei servizi sociali. Se risulta che la bambina abbia frequentato la scuola dell’obbligo e se non lo avesse fatto se è stata segnalato il suo caso”.
Ed ancora, “se risulta che l’ospedale di San Leonardo di Castellammare di Stabia (Napoli) abbia segnalato questo fatto di asportazione del feto alle autorità visto che a quell’età un rapporto sessuale è per legge considerato violenza”.
Infine: “Quali iniziative si intendano adottare per rafforzare i controlli e prevenire situazioni analoghe sul territorio nazionale, anche attraverso campagne di sensibilizzazione e formazione per le comunità maggiormente a rischio”.
La storia
Nel 2021, a 13 anni non ancora compiuti, la famiglia fa sposare la bambina con rito sinti. Si tratta di un matrimonio non consacrato e senza valore legale ma che suggella l’unione tra famiglie.
Rimane subito incinta, ma perde il bambino. Ad una visita medica si scopre infatti che il bambino che portava in grembo era morto. Per evitare denunce, i Di Silvio portano la ragazzina all’ospedale di Castellammare di Stabia, per gli interventi clinici necessari all’asportazione del feto.
Quando la ragazzina chiede di tornare a vivere con i suoi, riceve un rifiuto: la tradizione sinti non ammette un allontanamento dalla sua nuova famiglia. Nel frattempo, a 13 anni, è già incinta di nuovo. Anche questa seconda gravidanza non giunge a termine. Una terza gravidanza porta alla nascita di una bambina. È l’aprile del 2023 e la giovane mamma a questo punto ha 14 anni.
Quando lo scorso 4 febbraio è scattata l’operazione che ha portato all’arresto di alcuni esponenti del clan, la ragazza era nuovamente incinta, al quarto mese di gravidanza. Adesso vive in una casa protetta.
I coniugi Di Silvio sono indagati per violenza sessuale aggravata. L’accusa è di aver consentito che, all’interno della loro abitazione, si consumassero rapporti sessuali tra il figlio e la compagna dello stesso, una ragazzina che, all’epoca dei fatti, aveva 12 anni.
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