Aumentano le peoccupazioni dei cittadini.
Il territorio dei Castelli Romani è al centro di un progetto che prevede di scavare non meno di 9 pozzi profondi fino a 3 km per recuperare energia dal sottosuolo che potrebbe rivoluzionare il panorama energetico della Regione Lazio, ma che sta già sollevando non poche preoccupazioni e paure tra i residenti.
La società Tombelle Srl ha ottenuto difatti il via libera dalla Regione Lazio per avviare le prime esplorazioni geotermiche nella zona, con l’obiettivo di valutare la presenza di risorse energetiche nel sottosuolo. Una notizia resa pubblica in esclusiva dal nostro giornale.
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Ai Castelli Romani partono le esplorazioni geotermiche
La fase attuale di ricerca, che partirà già questa settimana, prevede esclusivamente prospezioni geofisiche superficiali, effettuate con strumenti che non comportano la perforazione del terreno.
Non ci sarà quindi, per il momento, la realizzazione dei 9 pozzi di profondità che sono il cuore del progetto stesso.
Solo in seguito, se i risultati delle indagini dovessero confermare la presenza di un giacimento geotermico, si potrà avanzare una nuova richiesta di autorizzazione per la perforazione di pozzi esplorativi.
Tuttavia, il progetto sta incontrando forti resistenze da parte della popolazione locale, preoccupata per i possibili rischi ambientali e sanitari.
L’area interessata comprende diversi comuni tra cui Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Frascati, Grottaferrata, Marino, Nemi, Rocca di Papa e parte di Roma.
Secondo quanto previsto, la ricerca si concentrerà su risorse geotermiche a media entalpia, con temperature superiori ai 120°C a profondità comprese tra i 2.000 e i 3.000 metri.
Questa tipologia di energia rinnovabile potrebbe rappresentare una risorsa preziosa per la produzione di energia pulita e sostenibile.
Cittadini dei Castelli Romani: con le esplorazioni geotermiche “Allarme acqua, alberi, sismicità e radon”
Nonostante la fase iniziale preveda solo indagini superficiali, i cittadini dei Castelli Romani guardano con preoccupazione all’intero progetto.
Uno dei timori principali riguarda le falde acquifere, già messe a dura prova dalla siccità e dal progressivo abbassamento del livello del lago Albano.
Scavi profondi potrebbero compromettere la qualità dell’acqua potabile e ridurre ulteriormente la disponibilità della risorsa idrica.
A preoccupare è anche il rischio sismico.
Il territorio dei Castelli Romani è infatti considerato un’area vulcanica quiescente, dove scavi così profondi potrebbero alterare l’equilibrio geologico, aumentando la possibilità di movimenti sismici.
Un’altra criticità sollevata riguarda le emissioni di gas nocivi.
Il sottosuolo della zona è noto per la presenza di anidride carbonica e gas radon, elementi potenzialmente pericolosi che potrebbero essere liberati durante le attività di perforazione.
Infine, il progetto prevede anche il possibile rischio del taglio di alberi, che in ogni caso – si spera vivamente – venga preventivamente autorizzato e preventivamente reso pubblico dal Parco dei Castelli Romani.
Le garanzie della società e della Regione Lazio
La società Tombelle ha assicurato che ogni fase della ricerca sarà condotta nel pieno rispetto delle normative ambientali e con il monitoraggio costante di enti competenti.
La Regione Lazio, dal canto suo, ha concesso l’autorizzazione solo per indagini non invasive, specificando che qualsiasi intervento più profondo dovrà essere sottoposto a una nuova procedura di valutazione di impatto ambientale.
I comitati dei Castelli Romani chiedono un confronto
Nonostante queste rassicurazioni, il dibattito rimane acceso.
I comitati ambientalisti locali chiedono maggiore trasparenza e coinvolgimento della popolazione, temendo che le valutazioni sui rischi possano essere sottovalutate.
In sostanza, un faccia a faccia pubblico in uno dei Comuni interessati.
Il percorso per la realizzazione di una centrale geotermica, certo, è ancora lungo e pieno di incognite. Ma le prossime settimane saranno decisive per capire se da parte della società proponente vi sia volontà di un vero confronto con amministratori e cittadini.
Nel frattempo, i cittadini dei Castelli Romani restano in allerta, chiedendo alle istituzioni di garantire che ogni fase del progetto venga valutata con la massima attenzione per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica.
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