Il granchio blu non solo è una minaccia per l’ecosistema dei nostri mari, in quanto mette a rischio le specie autoctone minando la biodiversità, ma è anche una minaccia dal punto di vista economico.
La presenza del granchio blu infatti mette a rischio il futuro delle imprese che operano nel settore pesca, fortemente compromesso dalla presenza di questa specie aliena, in particolare in provincia di Latina.
Della situazione allarmante per il comparto pesca della provincia di Latina a causa del granchio blu si è parlato nella diretta del 28 febbraio di Buongiorno Regione Lazio su Rai Tre da Terracina.
Quello di Terracina infatti è il secondo porto nel Lazio, dopo Roma, e il primo tra i porti della provincia di Latina per vendite di pescato.
Ad illustrare la situazione preoccupante dei pescatori alle prese con la presenza infestante del granchio blu sono stati il presidente della cooperativa pescatori di Terracina, Dario Venerelli, e il presidente di Coldiretti Latina, Daniele Pili.
Il granchio blu, un predatore infestante e vorace: produzione delle vongole calata dell’80%
Il primo avvistamento nel Lazio del granchio blu, specie aliena nei nostri mari, risale al 2019. Da allora la sua presenza è aumentata a dismisura, complice anche e soprattutto il fatto che al momento non ha predatori in grado di contenerlo.
Il granchio blu rappresenta un enorme problema per i pescatori, in quanto buca le reti da pesca e mangia tutto il pescato. È anche una serie minaccia per gli allevamenti di cozze e vongole.
Ha spiegato ai microfoni del Tgr Lazio il presidente della Cooperativa dei pescatori di Terracina, Dario Venerelli:
“Il comparto della pesca sta attraversando un periodo di estrema difficoltà da quando è stata registrata la presenza del granchio blu e a risentirne pesantemente sono soprattutto le piccole imprese ittiche con reti distrutte insieme al pescato, che viene attaccato da questa specie aliena”
Come ha spiegato il presidente di Coldiretti Latina, Daniele Pili, i danni causati nel Lazio dalla presenza del granchio blu hanno superato i 10 milioni di euro stimati a metà 2024.
I cali produttivi solo nel comparto delle vongole sono arrivati anche all’80%. Stessa situazione per le cozze e altri pesci soggetti alla predazione.
Falliti vari tentativi di arginare i danni e la proliferazione del granchio blu
Le aziende operanti nel settore pesca sono state costrette a investire in attrezzature molto costose, con reti a maglie adatte a proteggere gli impianti, ma senza riuscire a contenere efficacemente l’assedio del granchio predatore che non si è fermato.
Si è cercato anche di trovare specie in grado contrastarlo. Al momento l’unico predatore del granchio blu è il polpo verace, ma non riesce comunque a contenere la sua presenza infestante.
Il granchio blu infatti è estremamente prolifico. Le femmine depositano da 700mila a 2 milioni di uova, anche se studi hanno dimostrato che possono arrivare fino a 8 milioni di uova.
La proliferazione rapida del granchio è chiara testimonianza degli effetti dei cambiamenti climatici.
Rappresenta un’emergenza che va fronteggiata con un Piano nazionale di Coordinamento delle ricerche scientifiche delle specie aliene, ha affermato Daniele Pili.
La commercializzazione del granchio blu
Il granchio blu è commestibile, ma ha ancora poco mercato. La sua commercializzazione non riesce a compensare neanche in piccola parte le perdite subite dai pescatori, ha dichiarato il presidente della Cooperativa dei pescatori di Terracina, Dario Venerelli.
Il suo uso in cucina non ha ancora una grossa diffusione, per quanto molti ristoratori lo abbiano introdotto nei loro menu.
Data la velocità con cui il granchio blu si riproduce però, mangiarlo non è una soluzione che possa risolvere i problemi dovuti alla sua presenza infestante.
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Le imprese ittiche della provincia di Latina in difficoltà chiedono aiuto
Le imprese ittiche della provincia di Latina rischiano la chiusura a causa del granchio blu, se non si interverrà in tempi rapidi.
C’è necessità di sostegni economici volti a garantire il futuro di queste imprese e quello dei giovani, che sono sempre meno in questo settore.
Ha dichiarato Daniele Pili:
“Solo un marinaio su 10 imbarcato sulla flotta peschereccia del Lazio ha meno di 30 anni, a causa della mancanza di un vero ricambio generazionale legato alle troppe incertezze che gravano sul futuro della pesca”.