Lo dicono il capogruppo del Pd Luca Lucarini e i consiglieri Gesualda Rosa Audino, Serena De Lucia e Giovanni Garito. Il Pd ad Anzio è forza di maggioranza e sostiene il sindaco. Facile dunque pensare che la proposta sia condivisa dall’intera amministrazione comunale.
“La cittadinanza conferita nel 1924 ad Anzio come in tante altre realtà d’Italia fu un’imposizione del regime, è ora di chiudere quella pagina visto che siamo a 80 anni dalla liberazione dal nazifascismo, il prossimo 25 aprile, e che la nostra Costituzione si fonda proprio sull’antifascismo.
Concordiamo con la proposta dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia affinché qui, come già sta accadendo in altre realtà del Paese, si tolga la cittadinanza a chi ha rappresentato uno dei periodi più bui della storia d’Italia”.
Anche il movimento Alternativa per Anzio, che in giunta esprime un assessore, sposa la proposta da discutere in occasione dell’80° Anniversario della Liberazione dal nazifascismo.
“Sosterremo convintamente questa iniziativa in Consiglio e fuori, in coerenza col fatto che nel 2018 presentammo un’analoga mozione a firma dell’allora consigliere Luca Brignone, che faceva propria la richiesta dell’Anpi Anzio-Nettuno”.
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L’ex assessore: la storia non si cancella
A criticare aspramente la proposta è l’ex assessore di centrodestra Laura Nolfi:
«Sono rimasti a un secolo fa. Sono questi i primi atti per i cittadini e le categorie produttive, con la città in totale abbandono e con la stagione estiva che sta per iniziare. Non c’è niente di peggio che provare a cambiare la storia di un Popolo, rinnegarla, ricontestualizzarla adesso, narrarla oggi senza comprendere come girava il mondo un secolo fa».
E ancora: «Come dice il Presidente Mattarella “la storia non si cancella: possiamo coltivarla con rancore oppure farne patrimonio comune nel ricordo”, per farne tesoro e per costruire un domani di Pace, all’insegna della libertà e della democrazia, possibilmente senza odio e rancore… aggiungo io».
E infine la provocazione:
«Insieme alla cittadinanza cancelliamo anche il parco nazionale dello Stelvio, del Gran Paradiso, i parchi nazionali d’Abruzzo e del Circeo, i porti, parte della rete ferroviaria nazionale, la bonifica dell’Italia e dell’Agro pontino, radiamo al suolo Latina e il quartiere di Falasche, migliaia di edifici e perché no anche l’Eur e il cosiddetto obelisco di Mussolini.
Visto che ci siete demolite anche il monumento bronzeo di Nerone, uccise Agrippina, insieme a molti sodali e parenti. Siamo anche la città di un criminale assassino?».
Il “gran rifiuto” di Edith Bruck nel 2021
Nel 2021 la poetessa ebrea ungherese, naturalizzata italiana, Edith Bruck, sopravvissuta alla Shoah e oggi 94enne, rifiutò il premio per la pace che Anzio le voleva conferire. Due le ragioni: la cittadinanza onoraria negata ad Adele Di Consiglio, sopravvissuta alla Shoah, e il rifiuto di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini.
«Io, sopravvissuta alla Shoah, che da una vita scrivo e testimonio nelle scuole italiane, compito arduo e faticoso, senza l’odio verso alcuno, anzi nel nome della pace e fratellanza umana – scriveva Bruck in una lettera all’allora sindaco Candido De Angelis – avendo avuto la visita di papa Francesco che mi ha chiesto perdono esteso al popolo martire, devo la fedeltà a me stessa e per la solidarietà con la signora Di Consiglio (che non conosco), La ringrazio – ribadisce la scrittrice – ma non posso accettare il Premio per la Pace dove è in fermento la nostalgia attiva dell’epoca più vergognosa, incancellabile per chi l’ha vissuta».
Salò, che fu capitale della RSI, ha già cancellato la cittadinanza onoraria a Mussolini
Anzio potrebbe dunque seguire l’esempio di Salò che già la scorsa settimana ha revocato la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini.
La benemerenza conferita nel 1924 è stata cassata dal consiglio comunale della cittadina sul Garda che fu capitale della Repubblica Sociale Italiana, nata dopo l’armistizio dell’8 settembre ’43, dove si stabilì il governo collaborazionista dell’Italia occupata. Un atto simbolico non da poco, dunque.
Intanto altri Comuni italiani, tra cui l’abruzzese Opi, hanno deliberato l’annullamento del riconoscimento della cittadinanza onoraria a Mussolini, come è stato proposto ad Anzio.