Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha infatti respinto per la settima volta un ulteriore ricorso, questa volta presentato dalla società Tor Pagnotta Immobiliare S.r.l. Unip.
È stato messo così un nuovo sigillo negativo su un’operazione edilizia di vasta portata che da anni alimenta dibattiti e battaglie legali.
Tra Marino e Roma il progetto controverso
Il piano, conosciuto con il nome tecnico di “Marino 2”, prevedeva la costruzione di un nuovo insediamento urbano tra le località Divino Amore, Mazzamagna e Falcognana.
Un intervento di trasformazione radicale che avrebbe modificato il volto di un’area di grande valore ambientale e paesaggistico. L’intero progetto puntava a creare un agglomerato capace di ospitare 15mila residenti, con una significativa espansione edilizia ai margini della Capitale.
La tutela dell’agro romano
A ostacolare l’iniziativa, fin dall’inizio, sono state le preoccupazioni legate all’impatto ambientale e alla conservazione del territorio.
L’area interessata dal progetto ricade infatti in una zona protetta da vincoli paesaggistici imposti dal Ministero della Cultura, che tutelano circa 1600 ettari di agro romano tra i Comuni di Marino, Castel Gandolfo e Albano.
Il vincolo, istituito per preservare il paesaggio e la memoria storica della campagna romana, ha rappresentato uno dei principali argomenti alla base delle decisioni dei giudici amministrativi, che hanno più volte confermato l’incompatibilità del progetto con le politiche di contenimento del consumo di suolo.
Una battaglia legale lunga anni
La vicenda ha attraversato diverse tappe giudiziarie.
Il primo “No” del TAR del Lazio risale a ottobre 2024, seguito da altre tre bocciature emesse nello stesso anno, a dicembre, contro le istanze di diversi operatori immobiliari coinvolti.
Il 24 dicembre, vigilia di Natale, quattro ulteriori sentenze hanno ribadito la legittimità delle misure di tutela paesaggistica adottate dal Ministero.
Nel gennaio 2025, il Consiglio di Stato ha confermato ulteriormente la bontà delle decisioni precedenti, respingendo il sesto ricorso.
L’ultima sentenza, la settima in ordine di tempo è arrivata venerdì 7 marzo. Il TAR ha respinto l’ennesimo tentativo, stavolta della società Tor Pagnotta Immobiliare, di ottenere il via libera per la costruzione della nuova città e di affossare il vincolo paesaggistico che tutela l’area vasta tra Castelli Romani e Roma.
Le motivazioni della sentenza
I giudici hanno ribadito come il progetto fosse in contrasto con le politiche di tutela del territorio promosse dalle istituzioni, volte a preservare le aree verdi e a limitare il consumo di suolo.
Oltre agli aspetti ambientali e paesaggistici, sono stati sollevati dubbi sulla sostenibilità delle infrastrutture esistenti, ritenute insufficienti a supportare un insediamento di tali dimensioni.
La sentenza ha inoltre evidenziato l’importanza di salvaguardare il patrimonio culturale e paesaggistico dell’area, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile perseguiti dalla Regione Lazio e dal Ministero della Cultura.
Un futuro incerto
Con il settimo “No” pronunciato dalla giustizia amministrativa, il destino del progetto sembra ormai segnato.
La lunga battaglia legale ha visto prevalere le ragioni della tutela ambientale su quelle dello sviluppo edilizio, in un territorio già sottoposto a forti pressioni urbanistiche.
La decisione rappresenta una vittoria per chi da anni si batte per la difesa dell’Agro romano, ma lascia aperta la questione sul futuro di un’area che rimane al centro di interessi economici e speculativi.
La sfida, ora, sarà quella di coniugare la necessità di proteggere il paesaggio con le esigenze di sviluppo sostenibile del territorio.
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