L’espansione della fibra ottica nei Castelli Romani si è trasformata quindi in una battaglia legale che ha coinvolto amministrazioni locali e organi governativi.
Open Fiber, società in passato denominata Enel Open Fiber e ora detenuta in via maggioritaria da Cassa Depositi e Prestiti (società di Stato), ha avviato un contenzioso amministrativo contro la Città Metropolitana di Roma Capitale accusata di ostacolare l’installazione della rete ultraveloce da effettuare in vari comuni castellani tra i quali Frascati, Velletri e Monte Porzio.
Tribunale contro Città Metropolitana di Roma
Il nodo della questione è la complessità burocratica delle autorizzazioni necessarie per gli scavi destinati alla posa della fibra.
La Città Metropolitana di Roma, con un provvedimento del luglio 2023, aveva imposto alla società di adeguarsi a regolamenti locali che Open Fiber riteneva eccessivamente restrittivi e incompatibili con la normativa nazionale.
Tale decisione ha portato la società a impugnare il provvedimento davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio.
Secondo Open Fiber, le norme imposte dagli enti locali, in particolare quelle riguardanti le modalità di scavo e il ripristino della pavimentazione, avrebbero reso troppo onerosa l’installazione della fibra, compromettendo l’efficienza del progetto.
La fibra ottica ai Castelli Romani deve procedere veloce o no?
La questione ha sollevato un acceso dibattito sull’equilibrio tra il diritto delle amministrazioni locali di regolamentare il proprio territorio e la necessità di garantire lo sviluppo infrastrutturale digitale.
L’Italia ha stanziato ingenti fondi per la digitalizzazione, e i Castelli Romani rappresentano un’area strategica per l’espansione della fibra ottica.
Tuttavia, l’iter autorizzativo si è rivelato più complesso del previsto, con richieste che, secondo Open Fiber, andavano oltre le disposizioni legislative nazionali.
Scoppia la pace in Tribunale
Il 18 settembre 2024, però, la stessa Open Fiber ha presentato una dichiarazione di sopravvenuta carenza di interesse alla decisione, rinunciando di fatto al procedimento. Una scelta che ha portato il TAR del Lazio a dichiarare improcedibile il ricorso, chiudendo la vicenda senza entrare nel merito della questione.
Tuttavia, dopo mesi di scontri giudiziari, la stessa società Open Fiber ha deciso di fare marcia indietro, rinunciando alla causa.
La decisione della società ha sollevato interrogativi sulle reali motivazioni della rinuncia. Se da un lato potrebbe trattarsi di una scelta strategica per evitare un contenzioso dall’esito incerto, dall’altro potrebbe indicare l’apertura di nuovi canali di dialogo con le amministrazioni locali per trovare una soluzione condivisa.
Il Tribunale ha inoltre stabilito la compensazione delle spese di lite tra le parti, riconoscendo la natura prettamente procedurale della vicenda.
La risposta di Open Fiber
La società Open Fiber ha dichiarato a Il Caffè:
“Il ricorso di cui si parla non riguarda i comuni menzionati ma solo la Città Metropolitana. Si è trattato, infatti, di un ricorso esclusivamente contro provvedimenti rilasciati dalla Città Metropolitana, che non erano aggiornati alla più recente disciplina nazionale di settore.
Circa il ritiro del ricorso da parte di Open Fiber non c’è alcun “interrogativo” sulle reali motivazioni né alcuna “scelta strategica per evitare un contenzioso dall’esito incerto”.
Semplicemente le motivazioni del ricorso sono venute meno perché è stato raggiunto un accordo extragiudiziale tra azienda e Città Metropolitana che permette di procedere con i lavori coerentemente alla normativa di settore e in piena sicurezza, in modo tale da garantire la realizzazione della rete di ultima generazione Open Fiber su tutti i comuni coinvolti”.
Vi saranno ulteriori ritardi o si procederà in modo spedito?
Resta ora da capire quale sarà il destino dell’infrastruttura digitale nei Castelli Romani.
Se la rinuncia al ricorso segna la fine dello scontro legale, non è detto che le difficoltà burocratiche siano superate. Il rischio è che la realizzazione della rete in fibra subisca ulteriori ritardi, penalizzando cittadini e imprese in un’area già alle prese con difficoltà di connessione.
La partita sulla digitalizzazione del territorio non si chiude qui. La speranza è che la decisione di Open Fiber di ritirarsi dal contenzioso lasci spazio a soluzioni alternative che consentano di superare gli ostacoli senza ulteriori battaglie legali.
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