Per la prima volta in una intervista ha rivelato di aver sconfitto un tumore.
Oggi ha quasi 70 anni, ha all’attivo un campionato del mondo vinto e uno scudetto conquistato con la Roma. Una leggenda del nostro calcio, che con orgoglio rivendica sempre il suo essere cittadino di Nettuno.
Il dribbling al tumore
«Due anni fa mi hanno diagnosticato un tumore al polmone – ha detto Conti –. Devo ringraziare il mio medico di famiglia, il dottor Camilli, che si è accorto subito della mia tosse persistente e il professor Rendina del Sant’Andrea per le cure che hanno funzionato».
Al campione era stato anche proposto di curarsi in America. «Non dimentico il presidente Dan Friedkin che voleva portarmi a sue spese negli Stati Uniti: conservo le sue affettuose lettere. Ora però sto bene, gli esami sono tutti a posto. E posso dire che mi è riuscito un altro dribbling…».
La Roma
«La Roma è tutta la mia vita – ha detto ancora l’ex calciatore –. Ancora oggi quando sento gli inni di Venditti, Fiorini e Conidi mi emoziono, mi viene la pelle d’oca. Non ho mai pensato di lasciare la Roma, neanche quando Maradona ogni volta che ci incontravamo mi diceva “vieni a Napoli”. Mio padre, romanista fino al midollo, non me l’avrebbe mai perdonato.
«70 anni di cui 50 passati nella Roma sono due traguardi: sono l’uomo con la più lunga militanza in giallorosso da calciatore, allenatore e dirigente».
Bruno Conti: una vita di successi
Campione del mondo con la nazionale italiana nel 1982, ha legato il proprio nome a quello della Roma con cui disputò quasi tutta la carriera (eccetto due campionati con il Genoa in Serie B) tra il 1973 e il 1991, indossando sempre la sua maglia numero 7.
Ha difeso in campo i colori giallorossi per sedici campionati, segnando un totale di 47 reti.
Insieme ad Ancelotti, Di Bartolomei, Falcao, Pruzzo e Tancredi, ha fatto parte del nucleo storico della squadra che nel 1982-1983 conquistò il secondo scudetto giallorosso e che nel 1983-1984 raggiunse la finale di Coppa dei Campioni.
Sempre con la casacca romanista ha vinto cinque Coppe Italia e, a livello giovanile, due Campionati e una Coppa Italia Primavera.
Terminata la carriera agonistica, ha intrapreso quella dirigenziale entrando nei quadri della Roma, con responsabilità prettamente sul settore giovanile giallorosso.
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